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Ceramiche, le tre richieste di Federlazio

Il direttore Crea: "Marchio, internazionalizzazione e aiuti energetici"

Giuseppe Crea, direttore di Federlazio Viterbo

Giuseppe Crea, direttore di Federlazio Viterbo

Distretto ceramico, è l’ora del rilancio. La recente proposta dei parlamentari del Pd Alessandra Terrosi e Alessandro Mazzoli non soddisfa Federlazio. E’ il direttore della sede viterbese Giuseppe Crea ad intervenire per chiarire la posizione del’associazione di imprenditori. “Apprezziamo senz’altro – spiega – l’iniziativa degli onorevoli Terrosi e Mazzoli, ma la giudichiamo insufficiente in relazione alle esigenze del distretto ceramico di Civita Castellana. Servono poche cose e chiare e a questo puntiamo”.

E allora è il caso di chiarire quali sono queste richieste. “Innanzitutto riteniamo necessario un marchio – sottolinea Crea – che identifichi le produzioni del nostro territorio. La dizione Ceramics of Italy, infatti, è piuttosto generica e peraltro è stata creata per i produttori di Sassuolo. Noi pensiamo invece a qualcosa che sia immediatamente riconducibile al distretto ceramico di Civita Castellana. Tanto per dire solo 2 delle 40 aziende operanti in quell’area utilizzano quel marchio. E’ evidente che così non va”. Non solo, ma c’è un’appendice importante: “Come Federlazio non abbiamo alcuna intenzione di mettere il cappello su un’iniziativa di questo genere. Pensiamo invece che spetti alla Camera di commercio, che è la casa delle imprese, a dover assumere  questo onere. Federlazio è ovviamente disponibile a dare una mano e a collaborare per una buona riuscita dell’operazione. Dovrà essere un marchio a disposizione di tutte le imprese”.

La seconda richiesta riguarda un intervento forte da parte del governo sull’internazionalizzazione. “Qui si può fare molto – aggiunge il direttore di Federlazio – con poco. Basterebbe qualche intervento mirato dell’Ice (Istituto per il commercio estero) per ottenere in tempi anche relativamente brevi risultati importanti. Ci vuole una spintarella, passatemi il termine, perché la qualità di base è davvero ottima”.

Infine, il terzo punto riguarda l’efficientamento energetico. “A nostro giudicio – sottolinea Giuseppe Crea – bisognerebbe attivare un fondo di sostentamento per il settore ceramico, dove operano aziende fortemente energivore, cioè che consumano molta energia elettrica. In altri settori questo già avviene, ma mai sono stati dirottati fondi verso le ceramiche sanitarie. Che, peraltro, hanno già fatto tanto con produzioni a basso consumo idrico “.

Il distretto ceramico di Civita Castellana reclama maggiore attenzione da parte delle istituzioni nazionali

Il distretto ceramico di Civita Castellana reclama più attenzione da parte delle istituzioni nazionali

L’ultimo passaggio riguarda il mancato coinvolgimento del distretto ceramico nelle iniziative della Regione per Expo 2015. “A me è parsa una mancata attenzione di cui non so spiegarmi il motivo. E’ vero, il tema di questa edizione è il cibo in tutte le sue sfaccettature. E allora verrebbe da chiedersi cosa c’entri la Macchina di S. Rosa. In realtà, c’entra tantissimo e va benissimo che uno dei simboli di Viterbo sia conosciuto in tutto il mondo. Così si fa promozione del territorio. E allora, in questa ottica, perché non ideare un’iniziativa che riguardi il distretto ceramico, che è anch’esso un’eccellenza del Lazio?”. “La Regione – conclude Crea – ha ruolo decisivo in questo senso. Siamo ancora a febbraio: volendo, il tempo c’è per porre rimedio”.

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