Neanche troppo tempo fa ci si divideva tra simpatizzanti dei Beatles e fans dei Rolling Stones. In un dibattito acceso e costruttivo. Oggi invece si tifa o per Il volo o per i Dear Jack. In un dibattito che mette oltremodo in discussione la bontà dell’evoluzione umana.
Detto ciò, si può tornare sul pezzo. Il festival della monotonia si è appena chiuso. Quale? Ma Sanremo, naturalmente. I quattro cavalieri dell’apocalisse sono scesi dal palco (Conti, Arisa, Emma e Morales). Il pubblico caduto in catalessi è stato risvegliato da Giucas Casella. Ed è già tempo di classifiche.
Quanto staranno vedendo i cosiddetti “big” dopo aver cantato (più o meno) al teatro Ariston?
Un primo quadro (inquietante) della situazione lo rende noto “Tv Sorrisi e Canzoni”. Che sì, ancora esiste. Sul gradino massimo del podio (nazionale, quindi la graduatoria non è legata solo al festival) ci sarebbe piazzato Tiziano Ferro. Che in realtà non era in gara, ma si è presentato come super-ospite (e qui ritorna il dilemma dell’evoluzione di cui sopra). Il nipote non dichiarato di Massimo Ranieri sta spopolando con quel discone (“Tzn”, non è una malattia venerea, ma il titolo) che ripercorre la sua lunga et complessa corriera pop. A breve partirà anche il Tiziano tour negli stadi. Ma in molti confidano che prima possa scoppiare la terza guerra mondiale.
L’argento invece se lo aggiudicano proprio i Dear Jack. Che hanno pubblicato durante Sanremo (casualità pura) “Domani è un altro film – seconda parte”. Nel senso: la prima è andata forte, perché cambiargli nome?
Seguono a ruota gli altri. Masini è decimo, la Tatangelo trentesima, Grignani cinquantesimo (stavolta si suicida sul serio). In tutto questo, e sempre in ottica strettamente territoriale, va rimarcato Marco Mengoni, quinto. Il suo album però gira già da un pezzo. Che quasi ha stancato. Tipo tre settimane.
In lista non sono presenti invece i bambini con voce da adulti: Il volo. Poiché da poco in pista. Nel giro di qualche giorno comunque si avranno dati certi sul trio pavarottiano sponsorizzato da Vespa. E c’è chi giurerebbe che dopo aver vinto Sanremo li ritroveremo primi anche tra le vendite. Con quelle facce pulite che tanto piacciono alle nonne (e volendo pure ai Soprano’s).
Ma torniamo ai Caro Giacomo. Che non hanno un minuto di pausa poiché sono alle prese con un mega-tour promozionale nei migliori centri commerciali dello Stivale. Tra un pacco di fette biscottate ed una macchinetta a monete atta all’ intrattenimento dei neonati, la band viterbese firma autografi a nastro e soddisfa gli ormoni impazziti delle adepte, tramite bacini e foto-ricordo. In un peregrinare rabdomante che li spinge di Iper in Iper armati di soli gel e pennarello. All’interno del loro compact, per facilitare la manovra, è presente un poster origami. Che una volta spiegato diventa alto come l’Empire state building. Finita la scarpinata dice che suoneranno pure. E in bei posti.
Attendiamo fiduciosi. Magari ascoltando “The white album” o “Exile on main street”.