La battaglia per la difesa della Faggeta arriva sulle colonne de Il Corriere della sera. E lo fa attraverso uno degli ambientalisti più importanti a livello nazionale e non solo, giornalista e divulgatore, nonché fondatore del Wwf Italia. Già, quel Fulco Pratesi che nell’edizione romana del Corrierone, ieri, ha dedicato l’editoriale della prima pagina proprio alla selva cimina, raccontandone prima la storia antica e poi le prospettive future. Emblematico il titolo: “Quegli alberi da salvare”.
E infatti tutto parte dai timori delle associazioni ambientaliste e del comitato Amici della Faggeta del lago di Vico in merito all’annunciato piano di gestione forestale del Comune di Caprarola (che ha competenza su 300 ettari di bosco) di abbattimento di una superficie di 30 ettari, vale a dire il 10 per cento del totale in territorio caprolatto.
“Lo scopo dichiarato – spiega Pratesi – è quello di studiare e favorire la rinnovazione della foresta troppo vetusta, ma gli ambientalisti temono che si desideri invece fare cassa sul pregiato legname”. Un po’ come accaduto nel recente passato per un’operazione simile a Bassano Romano, che due anni fa scatenò anch’essa una mobilitazione ecologista e che generò anche un’inchiesta. “I precedenti esperimenti di questo genere – dicono gli ambientalisti – piuttosto che favorire il ringiovanimento della faggeta hanno agevolato, nelle radure artificialmente aperte, l’insediamento del cerro o, peggio, dei più invadenti cespugli di rovo”. Insomma, si rischierebbe di perdere progressivamente quei faggi secolari che qui crescono ad un’altitudine eccezionalmente bassa (“faggeta depressa”, in gergo tecnico) e che già in epoca romana avevano contribuito alla creazione del mito della Selva cimina, inviolabile e pericolosa persino per gli eserciti.
Pratesi ricorda comunque che a favore del bosco giocano i vincoli a cui è sottoposto. Quelli europei (Sito d’importanza comunitaria, Zona a protezione speciale e Habitat prioritario Ue), i pareri dei botanici europei e la presenza della Riserva naturale, che proprio il Comune di Caprarola, nel 1982 contribuì a fondare. E chissà che non aiuti anche l’iniziativa dei vicini della Faggeta di Soriano, quella sul monte Cimino, che intendono puntare al riconoscimento Unesco. L’associazione del lago di Vico ha anche un sito internet (www.faggetalagodivico.it) e organizza diverse manifestazioni, tra cui “La festa della faggeta”, che nel marzo scorso si è tenuta per la seconda volta.