Ma quale patto del Nazareno. Per fare il prossimo presidente del consiglio comunale ci vorrà, semmai, l’intervento del Nazareno in persona, cioè un aiuto divino. Perché la situazione al momento è alquanto complicata.
Da quando Filippo Rossi si è dimesso, la reggente è la vice, Patrizia Frittelli, che ha condotto gli ultimi due consigli e che dirigerà anche quello in programma oggi. Ma dalla prossima settimana, con la riunione dei capigruppo, si metterà in calendario il voto per eleggere un nuovo presidente full time. E le grandi manovre sono partite da tempo. La candidatura naturale è quella di Francesco Serra, renziano da tempi non sospetti e attuale capogruppo del Pd, ruolo che però lo ha stancato, come ha ribadito anche di recente. Lo stesso partito ha confermato la scelta in una riunione dell’altra sera, dalla quale è uscita anche una delegazione che dovrà trattare con gli alleati per trovare un accordo sul presidente possibilmente senza arrivare a frizioni e/o rotture. Ne fanno parte i consiglieri Fabbrini, Quintarelli e Troncarelli, un trio in perfetto stile manuale Cancelli, visto che rappresenta tutte e tre le correnti del Pd viterbese (rispettivamente: fioroniani, renziani e panunziani).
Ma per i tre moschettieri non sarà facile convincere l’alleato forte di Oltre le mura a sposare la candidatura Serra. La lista civica espressione del sindaco (benché ultimamente abbastanza autonoma, se non anarchica) ha già scelto un altro nome, quello del capogruppo Maurizio Tofani. Il quale si è mosso per tempo, trovando anche l’appoggio di Giulio Marini (Forza Italia). Il che non vuol dire che la nascita di larghe intese tipo patto del Nazareno – come vorrebbe far credere qualcuno –, anche perché nella stessa minoranza, e nella stessa Forza Italia, la prospettiva non piace a tutti. Anzi. Su Tofani, per onor di cronaca, grava la condanna per il crack Cev, il che non ne fa il candidato ideale ad un ruolo così istituzionale, almeno dal punto di vista etico e di opportunità (altro che il presunto conflitto d’interessi di rossiana memoria).
L’opzione Tofani, in ogni caso, sembrerebbe la meno pericolosa, quella con meno rischio ripercussioni sulla maggioranza e sulla giunta. Perché accontenterebbe le richieste di Oltre le mura e lascerebbe intatta la squadra di governo, anche se creerebbe un bel maldipancia al Pd, azionista di maggioranza della coalizione. L’ipotesi Serra, al contrario, costringerebbe il sindaco a mettere mano agli assessori (come fatto appena poche settimane fa), con Oltre le mura che ne rivendica addirittura due. In giunta, poi, ci sono dei casi aperti: quello dell’assessora Zucchi, della quale molti vorrebbero la testa ma che è considerata intoccabile da Michelini, quello di Fersini (Pd, servizi sociali) già salvato in extremis dall’ultimo rimpasto ma sempre in bilico, nonostante una ritrovata sintonia tra Panunzi e Fioroni. E altri ancora. Insomma, al sindaco toccherà un delicatissimo lavoro di mediazione per far convergere tutti sulla candidatura più opportuna. E in bocca al lupo.