E adesso si scopre che il progetto del termovalorizzatore nella centrale Enel di Montalto di Castro era una specie di segreto di Pulcinella. In paese se ne parla da qualche tempo, lo sa anche il sindaco Sergio Caci: “E’ una voce che è arrivata anche a me, un’indiscrezione che gira ma che non è ancora approdata ai canali ufficiali – dice a Viterbopost – Anche perché i vertici dell’Enel sono cambiati di recente, e non sappiamo se con essi sia cambiata anche la politica dell’azienda. Mi risulta per il momento che abbiano chiesto al ministero dell’Ambiente l’autorizzazione a spegnere due caldaie. Ma la prossima settimana ho in agenda un incontro proprio coi dirigenti dell’azienda, e potrò chiedergli conto di quest’altra ipotesi del termovalorizzatore”. Ci faccia sapere, sindaco.
Anche tra i dipendenti la curiosità monta. Il gigante spiaggiato sul Tirreno è spento da anni. Troppo costoso far funzionare i quattro gruppi a policombustibile (più otto turbogas, per un totale di 3600 megawatt) che ne compongono il corpaccione. Sono rimasti intorno ai cento, a lavorare a Pian dei Gangani: sono lontani i tempi in cui la centrale era una città costata 30mila miliardi di lire. Molti degli operai dei vecchi tempi sono stati trasferiti altrove, a Civitavecchia, a La Spezia, addirittura in Sardegna. Di certo una riconversione e una riaccensione dell’impianto porterebbe buone notizie in quanto ad occupazione e per l’economia del territorio in generale. Le prime ipotesi, già da un paio d’anni, raccontavano del progetto per realizzare due impianti a biomasse, alternativi e ben distinte dalle turbine. Ora il termovalizzatore, se davvero dovesse essere realizzato, sarebbe una realtà tecnologica all’avanguardia, tra le più importanti d’Europa, in grado di riconvertire in energia i rifiuti di mezza Italia, senza più ricorrere alle discariche, o al costosissimo trasporto verso altre realtà del genere, spesso all’Estero. “Sono decisioni che prendono ad alti livelli – dicono i lavoratori – A noi non resta che aspettare”.
E sì, sono lontani anche i tempi delle contestazioni antinucleari, degli ambientalisti alla Rutelli (sì, Francesco) o alla Athos De Luca, che manifestavano fuori ai cancelli. Anche se è probabile che se l’ennesima trasformazione dell’impianto diventasse esecutiva il dibattito potrebbe risorgere. Anche oggi, infatti, non mancano gli oppositori: non più all’energia dell’atomo, o comunque non solo a quella, ma a quella dei termovalorizzatori. Per ultimi quelli del Movimento Cinque Stelle, contro l’inceneritore di Parma (comunque realizzato nonostante l’elezione del primo sindaco grillino d’Italia) ma che hanno manifestato recentemente la loro opposizione anche in provincia di Viterbo.