Gennaio. Tempo di rinascita. Di buoni auspici. Di raccolta delle arance (beato chi ce le ha). Di calciomercato. Di calendari. E a proposito di questi ultimi, tralasciando il Pirelli della soft modella Candice Huffine, ma anche tutti gli altri blasonati cugini da appendere di dentro il camion, e ricordando anche lo strepitoso successo di quello della Querciaiola, ecco il ritorno di quello targato Old rugby Viterbo. Magari meno noto rispetto alla concorrenza, ma senza dubbio tra i più originali e piacevoli del comparto.
I ragazzoni (una volta) del Quatrini ce l’hanno fatta di nuovo. L’ultima stampa è la quinta edizione di un’elaborato che puntualmente finisce per andare a ruba. “Che si tratti di vestirsi da tata, o di entrare dentro una bara, oppure di fare un’improbabile mischia contro un trattore, o di afferrare una caciotta al volo come fosse una palla, lo spirito che ci anima è sempre lo stesso – dicono presentandolo – goliardico certo, ma pur consapevole che dietro quelle foto strampalate non c’è solo il divertimento di un attimo, la risata e lo sberleffo all’età che avanza”.
Già. Perché le dodici pose, tra l’altro studiate ad hoc all’interno di ogni azienda che supporta come sponsor la manovra, hanno un fine ben più nobile del semplice essere inchiodate di fianco al frigo. “C’è un progetto di solidarietà ormai collaudato – proseguono – che porti gioia ed aiuto a chi si trova nel bisogno. Tramite il ricavato, proveniente sia dagli sponsor che dalle vendite, nei precedenti quatto anni si sono potute acquistare attrezzature per la Croce Rossa, giocattoli per i bimbi del reparto oncologico di Belcolle, materiali per la mensa della Caritas”.
E dinnanzi a tale dato, anche se a vederli bene non è che siano poi così belli e prestanti, vien già voglia di andarselo a comprare. “Nel nostro sport – chiudono i quaranta leoni – una delle fasi più importanti è il sostegno. Il momento di gioco dove più compagni vanno ad aiutare chi ha la palla ed è attaccato dall’avversario. Questo tipo di mentalità vorremmo riuscire a condividerlo anche oltre il campo, entrando nel sociale. Dando sostegno laddove è più necessario ed urgente. Vogliamo sorridere praticando lo sport che amiamo, ma vogliamo che anche altri possano sorridere alla vita”.