Se ne è parlato ieri. E proprio su queste colonne. Il prossimo (nonché vicinissimo) giorno 3 del mese di aprile, la Provincia di Viterbo cambia volto. Come hanno già fatto la maggior parte delle Province italiane e altre faranno nei prossimi anni. L’argomento prosegue sotto traccia non solo tra i comuni mortali, ma pure all’interno del comparto politico. Anche se poi proprio da lì, dai sindaci, uscirà fuori il presidente della novella Provincia.
In ogni caso la faccenda è ancora argomento da bar. Se ne discute poco, ecco (o al massimo in modalità carbonara). I numeri però parlano chiaro. E, come poi recitava ventiquattro ore addietro Viterbopost, la poltrona che oggi è occupata da Marcello Meroi, dovrebbe (in certi ambienti il condizionale è d’obbligo) incappare in un posizionamento più mancino che destrorso. Il primo cittadino del capoluogo (nonché primo indiziato come successore), Leo Michelini, pare poco intenzionato a poggiare metà natiche in via Saffi. E come non capirlo d’altronde: ha già il suo bel dal fare quotidiano. Spuntano così a cascata vari nomi (o chiamale, se vuoi, alternative) legate alle diverse correnti del Pd. I cosiddetti renziani potrebbero portare Gianluca Angelelli, from Civita Castellana. El hombre del distretto, e’ arcinoto, appoggia l’operato di Matteo sin dal primo vangelo. Qualche vecchia volpe invece punterebbe tutto su Luciano Cimarello. Da Montefiascone con furore, e con la mano sulla spalla dell’ala fioroniana. Ultimo blocco (non per ordine di importanza, non sia mai) quello di Panunzi, o gli ex sposettiani. Se si vuol guardare al patriarca. Qui la pedina forte è Mauro Mazzola. Che, interpellato, non si nasconde.”La cosa stuzzica – spiega – una scommessa in chiave futura, voluta dal Governo. Non nego che può interessarmi”.
L’apertura è netta, una volta tanto. Poi però c’è da fare il (consueto) discorso generale: “Mi muoverò in base al partito – aggiunge, e quindi stempera gli entusiasmi iniziali – di pari passo coi colleghi. Se ci sarà un’interesse nella mia persona potrei accettare. L’importante, ora, è solo rimanere compatti”.
E qui si giocherà, anzi, si sta già giocando, la partita vera. Poiché il rischio (già confermato in altri pinzi dello Stivale) è di trovarsi dinnanzi a strane alleanze. O, peggio ancora, di correre su vari cavalli per lo stesso stalliere. “Questa Provincia ha bisogno di una forte scossa – prosegue ancora – siamo rimasti un po’ indietro. Con tutto il rispetto per gli altri, credo che il Pd abbia i numeri per potersi imporre. Ogni trovata alternativa sarebbe un autogol”.
Perfetto. Ma all’interno dello stesso Pd, ci sta o no unità d’intento? “C’è, ne sono certo – chiude Mazzola – lo dimostra il comportamento unitario col quale si è approcciato alla grana Talete. C’è unità d’intenti, e ci sarà”.
Per il nome del prescelto invece non resta che attendere.