Dal primo gennaio è attivo il nuovo Isee, acronimo burocratico che vuol dire Indicatore della situazione economica equivalente. In pratica quello che comunemente viene definito “riccometro”, lo strumento che permette di misurare la condizione economica delle famiglie italiane. Al di là dell’arzigogolata e altisonante burocrazia italica si tratta di un quadro riassuntivo degli introiti e delle proprietà dei nuclei familiari, in base al quale – ad esempio – si pagano le tasse universitarie o si stabilisce la retta per l’asilo o ancora per accedere ai servizi sociali. Un qualcosa, insomma, che incide profondamente sulla vita di tutti noi.
Il nuovo modulo prevede alcune importanti semplificazioni, ma consente anche una fotografia più stringente della condizione familiare. E’ previsto, ad esempio, un modello mini con meno informazioni, che potrà essere utilizzato in maniera standard per molti casi.
Ai contribuenti, poi, non saranno chiesti nuovamente i dati che sono già in possesso dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps, in pratica i redditi percepiti. Basta pensare all’arrivo del 730 precompilato e ai molti dati che saranno consegnati al fisco per capire come, in futuro, l’Isee richiederà ancora meno informazioni. Sul riccometro 2015 la casa peserà di più, inoltre sono previsti vantaggi per le famiglie numerose. Ma cambia anche la sostanza. Sono infatti indicate anche somme fiscalmente esenti: dai redditi tassati con regimi sostitutivi, ai trasferimenti monetari ottenuti dalla Pubblica amministrazione (come gli assegni sociali e le indennità di accompagnamento). A differenza del passato, però, vengono sottratti gli assegni pagati per separazione e divorzio per il mantenimento del coniuge e dei figli.
Si adeguano anche i valori patrimoniali di chi possiede immobili: i valori considereranno una franchigia per chi ha più di 2 figli ma partiranno dalle nuove basi rivalutate che hanno segnato il passaggio dall’Ici all’Imu. L’attenzione a famiglie numerose e ai disabili si concretizza con nuovi criteri di abbattimento del reddito, che fanno crescere lo sconto da applicare a seconda della tipologia di disabilità e per i nuclei con più di 3 figli che, se sono in affitto, hanno una maggiorazione dell’abbattimento di reddito. L’aggiornamento avrà l’effetto di rendere l’Isee più aderente alle realtà. In questo momento di crisi, ad esempio, è importantissimo il criterio che consente di far valutare subito la perdita del lavoro (o un calo del 25% del reddito, come in caso di cassa integrazione) senza attendere oltre.
Per vedere il valore dei depositi, infine, si fa riferimento alla giacenza media annua evitando così la possibilità di aggirare le attuali norme svuotando i conti correnti al 31 dicembre per poi ricostruirli il primo gennaio. Il tutto finalizzato ad evitare abusi e furbizie.
Il punto è proprio questo: per i lavoratori dipendenti (pubblici e privati) e per i pensionati non c’è – come sempre, del resto – alcuna novità poiché i guadagni sono e saranno certificati fino all’ultimo centesimo. Continueranno ad essere avvantaggiati, invece, coloro che abitualmente frodano il fisco. Con il vecchio e con il nuovo Isee continuerà a farla franca chi bara. Magari pagando meno tasse universitarie per i figli o rette inferiori al nido o usufruendo di non servizi non dovuti e pagati dalla collettività. La solita musica, insomma: nuovo riccometro, vecchie fregature.
Nuovo riccometro, vecchie fregature
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