Esiste un Islam moderato, tollerante, dialogante? Certo che esiste ed è tra noi. Nabil al Zeer è il presidente dell’Associazione culturale islamica di Viterbo (sede in via Garbini, 106) ed è anche l’imam della piccola comunità di musulmani (una quarantina circa i frequentatori abituali delle preghiera del venerdì; circa 200 per le grandi occasioni) nel capoluogo della Tuscia. “Grido forte il mio sdegno – scandisce a voce alta – per l’atto di violenza in Francia.Una barbarie che colpisce soprattutto noi islamici. Sono orgoglioso di essere italiano e di rispettare le leggi di questo Paese. Posso non condividerle talvolta, ma intanto il mio dovere è di essere un buon cittadino”.
Nabil è in Italia da quando ne aveva 18 anni. “Sono palestinese di Hebron – spiega – e arrivai qui per studiare medicina, prima a Perugia e poi a Bologna. Mi avevano convinto i miei genitori, ma a me non piaceva. Al quarto anno mollai tutto e cominciai a lavorare. Prima come interprete e poi nel settore delle ceramiche. Proprio in quelle circostanze conobbi mia moglie, che è italiana, di Sassuolo per la precisione. Abbiamo 4 figli (di cui 3 sposate, mentre l’ultimo ha quasi16 anni) e 8 nipoti. Io sono italiano ormai e sono orgoglioso di esserlo”.
Inevitabile tornare sui recentissimi episodi di Parigi: “Non si uccide in nome di dio, chiunque esso sia. Io non posso e non voglio pregare un dio che mi chiede di uccidere in suo nome. Questa è la mia posizione ed è la posizione della stragrande maggioranza dei musulmani. Si calcola che nel mondo gli islamici siano oltre un miliardo e mezzo. Isis, al Qaeda, altre organizzazioni: quanti sono davvero? Nessuno lo sa, ma sicuramente un’esigua minoranza. Eppure si tende ad accomunare ogni fedele di Allah nella categoria dei terroristi. Questo è profondamente sbagliato. Ho sentito in tv Giuliano Ferrara dire cose pesantissime sul nostro conto, ma non è così: credetemi. Io penso che certi eccessi verbali con un indiscriminato attacco al
l’intero mondo islamico siano anch’essi una forma di terrorismo”.
Dall’Emilia alla Tuscia il passo non è piccolo… “Quando lavoravo nel settore ceramico – chiosa – ho avuto la possibilità di conoscere Civita Castellana e da lì non è stato difficile arrivare a Viterbo, dove mia moglie gestisce una lavanderia. Ci siamo innamorati del posto, della semplicità e della gentilezza della gente. Ecco perché siamo qui. Confesso che vorremmo tornare a Sassuolo dove ci sono i parenti di mia moglie. E forse lo avremmo già fatto se fossimo riusciti a vendere la nostra casa, ma con la crisi…”.
Oggi Nabil ha quasi 65 anni ma la pensione è ancora lontana. “Con le nuove regole – dice – devo arrivare a 67. Intanto lavoricchio ancora ma a ritmi molto bassi. Un po’ per questioni di salute, un po’perché nel mio settore è sempre più difficile trovare sbocchi. Qualche consulenza ogni tanto, nulla di più. Mi dedico all’Associazione dove spesso sono io l’imam. Ma nella religione musulmana non sono previste figure del clero: l’imam è semplicemente colui che conduce la preghiera. Spesso, soprattutto il venerdì, vengono gli amici della Digos a controllare. Mi fa piacere perché non abbiamo assolutamente nulla nascondere. Da noi è accettato solo chi è in regola con il permesso di soggiorno, per gli altri non c’è spazio. Anzi sono proprio io a segnalare alla questura i nuovi arrivi”.
Nabil, c’è spazio per un pensiero finale. “Ribadisco – conclude – il mio profondo sincero dispiacere per le vittime delle violenza, a qualunque religione appartengano. Ma confermo anche che non accetto tutto l’odio di questi giorni verso gli islamici. Episodi come quello di Parigi alla fine si ritorcono contro di noi e fanno davvero male alla stragrande maggioranza dei musulmani che la pensa come me”.
Ieri sera intanto, i cittadini viterbesi hanno voluto manifestare solidarietà alle vittime degli attentanti parigini con un raduno silenzioso in piazza del Plebiscito.