Benvenuti al festival della burocrazia. La riunione della commissione che deve valutare i progetti presentati per la nuova macchina di Santa Rosa si rivela un flop, almeno dal punto di vista informativo. Di notizie da dare, infatti, ce ne sono ben poche. I 5 membri (presidente Stefano Menghini, che insieme ad Emilio Capoccioni rappresenta il comune di Viterbo, Simona Rinaldi dell’università della Tuscia, Danilo Pasquini per l’ordine degli architetti e Massimo Alessi per l’ordine degli ingegneri) si limitano ad aprire i plichi e ad assegnare ad ognuno un numero progressivo. Solo in una fase successiva si procederà all’esame specifico con relativa assegnazione dei punteggi.
Vietato scattare fotografie. Che cosa ci sia di tanto segreto e sconvolgente nel riprendere qualche scatolone o qualche busta, lo sanno solo i geni del formalismo. Come che sia, la minuscola saletta messa a disposizione per questo tipo di operazione si rivela decisamente angusta, affollata com’è di progettisti e curiosi. Tutti alla ricerca di qualche anticipazione sui progetti presentati. E qui la riservatezza è doverosa, non solo dal punto di vista formale. In realtà, nonostante il bando prevedesse esplicitamente che i plichi dovessero essere assolutamente anonimi e privi di qualunque tipo di segno identificativo, qualcuno (sicuramente in buona fede e forse solo per un eccesso di zelo) qualche segnale lo ha pur messo soprattutto sull’involucro che protegge i modelli: una freccetta, una scritta (“fragile”), addirittura il motto. Chissà come si comporterà la commissione in questi casi che hanno legittimamente sollevato più di qualche dubbio tra i tanti ideatori presenti negli uffici di via Garbini.
Insomma, le operazioni vanno per le lunghe soprattutto con i progetti ai quali è stato allegato un modellino. Prerogativa, peraltro, non richiesta nel bando e dunque di certo non un parametro che potrà avere influenza sulla valutazione finale. Ciò che traspare dai discorsi con i progettisti è che molti hanno preferito la strada della tradizione, rifacendosi (con le dovute novità tecniche ed estetiche) ai modelli precedenti (soprattutto quelli vincenti); altri (i giovani, in primis) hanno optato invece per l’innovazione, sia per quanto riguarda l’aspetto architettonico, sia per le soluzioni proposte, sia nella scelta dei materiali.
Il lavoro è appena cominciato e dunque ci vorrà del tempo prima di arrivare alla scelta finale. La commissione appare intenzionata a svolgere i lavori con la massima celerità possibile. I 5 commissari avranno a disposizione al massimo 100 punti da assegnare ad ogni progetto: 50 per la qualità e il livello di creatività (dove qualità e livello di creatività si intendono riferite alla proposta grafica con particolare riguardo alle forme compositive, all’armonia, all’illuminazione e al particolare estro creativo; 25 per la qualità del progetto complessivo (per qualità del progetto complessivo si intende la valutazione delle varie voci che andranno poi a interessare l’intero processo costruttivo, quali a esempio i materiali impiegati, le tecnologie utilizzate, le modalità costruttive , la facilità di realizzazione; 25 per la fattibilità tecnica (in cui si intendono le modalità costruttive, la semplicità di realizzazione, la modularità della struttura e delle componenti). Al momento l’unica certezza è che i lavori dovranno concludersi entro il 7 febbraio, cioè 30 giorni dopo la prima riunione che si è tenuta appunto il 7 gennaio.