Terzo consiglio comunale straordinario in tre settimane, e terzo buco nell’acqua. Per un ruolino di marcia invidiabile, alla voce “fallimenti”. Dopo il servizio idrico e la sanità, ieri si parlava di emergenza abitativa ma come nelle due occasioni precedenti non si è arrivato a nulla di pratico. Se non, naturalmente, l’incasso del gettone di presenza (37 euro netti circa) da parte dei consiglieri che c’erano.
E pensare che il problema è di drammatica attualità, come ha ribadito il consigliere comunale Arduino Troili, coordinatore della sottocommissione che aveva preparato diligentemente un documento da votare ieri in consiglio, documento però rinviato alla commissione e chissà quando tornerà di nuovo in discussione in sala d’Ercole. “Abbiamo 845 domande per un alloggio comunale, 84 abitazioni risultato occupate mentre su 42 c’è già un procedimento in corso”, ha ricordato Troili, senza però scuotere le coscienze della totalità dei suoi colleghi, che hanno rispedito indietro la pratica, per ulteriori approfondimenti. Anche perché la sottocommissione ha funzionato a scartamento ridotto, con Troili, De Dominicis (Cinque Stelle) e Frontini (Viterbo2020) sempre presenti, altre partecipanti sporadici e “soprattutto non abbiamo avuto modo di confrontarci coi dirigenti”, come dicono i tre. Insomma, il disinteresse aveva radici profonde.
L’argomento merita comunque di essere affrontato in modo definitivo il prima possibile, visto che entro dicembre andranno assegnati i 52 alloggi popolari di Bagnaia (zona Peep, il Serpentone) e così per come sono messe le cose “Il 40 per cento delle case andrà a cittadini non viterbesi – ha ricordato Frontini – In particolare stranieri, andando ad aggravare una situazione sociale già critica nel quartiere”. Ecco dunque che si era pensato di inserire una clausola per dare la precedenza a chi è residente del Comune di Viterbo, come tra l’altro già ha previsto ad ottobre la Regione (che ha messo paletti per ottenere l’assegnazione, privilegiando chi è residente in Italia da almeno dieci anni, o da almeno cinque nel Lazio). Troili tra l’altro fa notare come molti stranieri siano proprietari di case nel loro Paese e qui invece si mettono in attesa di un’abitazione propria.
Altro aspetto da regolare è quello degli alloggi provvisori “perché c’è gente che dovrebbe usufruire della casa per un anno e invece ci sta da dieci o da venti senza che nessuno dica nulla”, come sottolinea la Frontini. Mentre De Dominicis, prima di accusare di scarso interesse il consiglio (in effetti l’aula si svuota quasi subito e quelli che restano sembrano in tutt’altre faccende affaccendati), dice: “Spesso poi chi ottiene un alloggio e poi migliora le sue condizioni economiche, o aggiunge un altro reddito al nucleo familiare, dovrebbe lasciarlo, perché può permettersi di pagare un normale affitto commerciale. Ma non accade mai: anche su questo dobbiamo intervenire”.
Ma la votazione può attendere: si torna in commissione, con la promessa della presidente Troncarelli (Pd) di massimo impegno e della presenza dei dirigenti. Staremo a vedere, altrimenti il sospetto che non ci sia la volontà politica di regolare la situazione diventerebbe qualcosa di più di un sospetto.