La ricerca del profitto a tutti i costi spinge le imprese multinazionali ad accelerare la transizione dal lavoro umano a quello automatizzato.
Posto che il problema più importante da affrontare è quello relativo alla disoccupazione nel nostro Paese, dobbiamo concentrare l’attenzione sul caratteristiche peculiari del lavoro. Negli ultimi decenni abbiamo assistito al farsi strada di una nuova cultura: è scomparsa, infatti, quella visione manageriale che cercava di applicare le innovazioni a strutture organizzative e processi tradizionali, per cui le tecnologie avanzate erano sottoutilizzate. Questa nuova cultura persegue a tutti i costi tre obiettivi: incremento della produttività; riduzione del costo del lavoro; aumento dei profitti.
Re-engineering è la parola d’ordine del mondo degli affari: le imprese si sono ristrutturate e sono divenute computer-friendly – in altre parole assistiamo all’umanizzazione della macchina che ci diventa amica.
Le imprese computer-friendly si pongono una serie di obiettivi, tra cui eliminare molte delle stratificazioni del management; comprimere il numero delle categorie dei lavoratori impegnati nei processi produttivi; creare gruppi di lavoro multifunzionali; formare i dipendenti per eseguire mansioni multilivello; snellire la parte amministrativa e burocratica.
L’industria americana è riuscita a diffondere in tutto il mondo il “vangelo del consumo di massa”. Attente politiche di marketing sono riuscite a ribaltare il significato del termine “consumare”, da sempre caratterizzato da un significato negativo.
Si è passati da una cultura che aveva sempre pensato di investire sul futuro a una sub-cultura interessata solamente a spendere nel presente. Fondamentale diventa l’imitazione del comportamento dei ricchi e il desiderio dei simboli della ricchezza e della prosperità. Moda diventa la parola chiave di tutti i successi.
La politica, tenendo anche presente che la maggior parte della popolazione mondiale non ha il necessario per vivere, deve riuscire ad imporre modelli culturali in cui il consumo passato da vizio a virtù, ripassi da virtù a necessità, liberando così beni e servizi da distribuire a coloro che oggi non ne hanno.