In più di una occasione abbiamo manifestato tutte le nostre perplessità sull’atto aziendale e, più in generale, sulla intera gestione della Asl di Viterbo, che risulta decisamente lontano dalle istanze del nostro territorio. I nostri dubbi restano tali, anzi sono aumentati, dopo l’audizione del commissario Macchitella, a Palazzo dei Priori e dopo aver ascoltato le reazioni della politica e del mondo del lavoro. Tra i temi mai realmente affrontati insiste la questione dei precari, che nella nostra Asl sono circa 200. Oltre a non ricevere risposte, abbiamo assistito in questi mesi a iniziative davvero assurde, come quella di dar vita ad una convenzione con un’associazione privata che utilizza, nelle strutture aziendali e con strumentazioni e macchinari pubblici, i propri operatori e non il personale dell’ospedale. Nel silenzio dei sindacati.
Per i tanti precari, quindi, dopo il danno c’è anche la beffa. Una situazione,questa, che nei mesi scorsi abbiamo denunciato apertamente perché risulta errata, incomprensibile, dannosa e che crea soltanto altre incertezze per il futuro e la stabilità dei dipendenti. Inoltre, sono anni che non si procede ad un piano assunzioni di personale medico e paramedico, che sia funzionale alle richieste. Questo rischia di generare pesanti ripercussioni anche sul servizio offerto, in particolare per tutti quegli utenti che si recano nei nostri ospedali per eseguire una tac, un’ecografia, una mammografia, una risonanza magnetica senza essere a conoscenza che l’esame verrà effettuato sotto la piena responsabilità di un esterno (con tutti i dubbi del caso) e non da un medico o tecnico della struttura ospedaliera.
Un vero e proprio scandalo. In barba alle esigenze del territorio e, ancor di più, agli operatori medici e paramedici che vedono la propria esperienza, competenza e produttività in mano ad una associazione di promozione sociale romana, individuata peraltro senza una procedura di evidenza pubblica. Da Macchitella, quindi, l’ennesima occasione persa per lasciare un ricordo positivo del suo controverso mandato.