Agente segreto? Pilota d’aereo? Magari trapezista al circo, o tecnico in una centrale nucleare? Macché, il mestiere più pericoloso al mondo è quello del sindaco, che sia di una metropoli o di un piccolo e semisconosciuto capoluogo di provincia. Non è mica un’esagerazione, perché qui ci si basa sui dati di fatto,anzi di cronaca.
Undici gennaio scorso: il primo cittadino di Roma capitale, Ignazio Marino, torna dalle vacanze natalizie con un ginocchio rotto. “Ero a Boston, con la mia famiglia – ha raccontato il chirurgo prestato alla politica – Eravamo a fare una passeggiata nel bosco, c’era la neve. Sono scivolato sul ghiaccio e mi sono infortunato”. Gli esami al policlinico Gemelli confermano: frattura al condilo femorale, c’è bisogno di un tutore per riportare le ossa in ordine. Certo, ci sarebbe da sottolineare la bizzarria di un incidente accaduto al di là dell’oceano, nel placido e rassicurante New England, nella città dei Kennedy e Harvard (ma anche del presidente della Roma James Pallotta), per un sindaco che quando è a Roma ama spostarsi in bicicletta, incurante del micidiale traffico capitolino seppure scortato dai vigili urbani. Per la serie: la fortuna è cieca, ma la forza di gravità funziona benissimo anche al di là dell’Atlantico. Pare che Marino, comunque, possa tornare a disposizione per il derby di ritorno, o alla peggio per essere ai nastri di partenza del Giro d’Italia.
Il secondo caso a confermare la tesi di partenza è accaduto appena domenica sera, a Vitorchiano. Il sindaco di Viterbo Leonardo Michelini era in trasferta di piacere: con la moglie al cinema, la multisala del Pallone, benché manchino certezze su quale film abbia visto. Galeotto furono le scale, e un gradino “scarsamente illuminato”, come ha detto lo stesso primo cittadino. Caduta inevitabile (anche se rivedendo le immagini alla moviola pare che il difensore sia intervenuto sulla palla) e frattura scomposta al polso destro, con tanto di rapido intervento al Pronto soccorso di Belcolle. Tempi di recupero: incerti, anche se la rosa di Palazzo dei priori è ampia, e attrezzata ad ogni evenienza, e dunque per firmare documenti e ordinanze è già pronta la vice Luisa Ciambella.
Il morale della favola è chiaro: fare il sindaco, al giorno d’oggi, è missione rischiosissima. Laddove non sono riusciti Mafia capitale da una parte e l’acqua all’arsenico dall’altra, sono intervenuti altri fattori imponderabili a rallentare la marcia dei nostri, e a minarne il fisico. Perciò, cari ragazzi, se sognate d’indossare da grandi la fascia tricolore lasciate perdere, perché rischiate di ritrovarvi con una fascia ortopedica. E ai due Grandi infermi un augurio di pronta guarigione.