Ore 16 di oggi. Uffici comunali di via Garbini, piano 5. Ora e luogo dell’inizio della procedura per la proclamazione della scelta della nuova Macchina di Santa Rosa, quella che sfilerà il 3 settembre dei prossimi cinque anni (almeno). L’attesa è palpabile, soprattutto tra i 42 progettisti che si sono cimentati nell’impresa (altri 4 sono stati esclusi in partenza poiché per varie ragioni avevano presentato documentazioni incomplete o riconoscibili). Curiosità, più che attesa, anche fra i cittadini che comunque con la loro presenza garantiscono la necessaria corona di entusiasmo e passione che accompagnano la marcia dei facchini da Porta Romana al santuario della patrona. Si sfilano i facchini, almeno apparentemente, poiché la polemica – nonostante i tentativi dell’onorevole Fioroni , del sindaco Michelini e degli organismi dirigenti del Pd comunale di stemperare le tensioni che ormai si trascinano da mesi e che, in tutta onestà, appaiono abbastanza stantie – non si attenua.
Come che sia, oggi si va alla proclamazione. Gli inutili esercizi retorici dei giorni scorsi sui favoriti e ancor più le indiscrezioni appartengono alla categoria delle “non notizie”. Nel senso che i discorsetti degli immancabili saputelli di periferia “io so, ma non posso parlare…”, accompagnati da quel sorrisetto che dice tutto e niente ma che lascia trasparire un’approfondita conoscenza della materia, sono davvero insopportabili. Tanto più se rientrano in quella zona grigia del giornalismo nella quale volutamente si dimentica la regola fondamentale (ma in Italia spessissimo dimenticata) della separazione dei fatti dalle opinioni. Meglio far credere di sapere, propinando per vere semplici ipotesi e gabbando così il lettore. Ciò che si può affermare per certo è che la commissione (composta da due dirigenti comunali, una docente universitaria, i rappresentanti degli ordini professionali degli ingeneri e degli architetti) ha lavorato in assoluta autonomia e senza condizionamenti di alcun genere. Persino con un eccesso di burocrazia (resta ancora misterioso il motivo per cui non si potevano fotografare scatoloni, imballi o buste nella sala della riunione, mentre lo si poteva fare durante il trasporto da una stanza all’altra…). Come pure è veramente leziosa e insignificante la (molto presunta) anticipazione che alla fine avrebbe vinto la tradizione. Come se fosse ipotizzabile una Macchina a forma di astronave con Santa Rosa sulla cima…
Per fortuna, dunque, mancano poche ore e si potrà finalmente mettere fine ad uno stillicidio del quale si poteva e doveva fare a meno. Meglio aspettare serenamente l’esito e poi i trenta giorni per l’appalto di costruzione che realizzerà la Macchina vera e propria, quella che secondo le intenzioni della Regione arriverà persino sul palcoscenico dell’Expo. Alla fine vincerà comunque Santa Rosa ed è meglio così.