Dieci anni di cultura – nel senso meno strumentalizzabile possibile, specie per questa città -, dieci anni al servizio del turista, del viandante, di “colui che passa di qua”. Dieci anni anche di promozione del territorio e d’economia, perché in fondo di questo si parla, nella storia decennale – appunto – di Archeoares. La società fondata da tre neolaureati (all’epoca) in conservazione dei Beni artistici e culturali che ieri ha festeggiato il suo decimo compleanno, con uno stile sobrio – come è nel suo dna – e soprattutto ricco di contenuti, alla fine l’unica cosa che conta quando bisogna rapportarsi con un’offerta sempre in movimento e il livello della competizione, al netto della qualità di ciò che si offre, è altissimo.
Archeoares c’è, insomma, e da quando nacque come primo tentativo uscito direttamente dall’università, ha fatto passi da gigante. Tanto che oggi, a festeggiarla, c’era il vescovo Lino Fumagalli col vicario don Luigi Fabbri, il sindaco Leonardo Michelini, il presidente del Sodalizio dei facchini di Santa Rosa Massimo Mecarini (“Siete un punto di riferimento per la città. Avanti così per altri decenni”), il segretario generale della Camera di commercio Francesco Monzillo (“Alta professionalità e interazione, questi sono i vostri segreti”). E tanti altri, tutti a brindare ai grandi numeri che Archeoares può calare oggi sul tavolo con un certo orgoglio riguardo ai due musei che gestisce: nel 2014, oltre 16mila visite per il museo Colle del duomo (che è a pagamento) e 25mila per il museo del Sodalizio (gratuito). Tanta roba, illustrata dai tre soci fondatori Francesco Aliperti, Bruno Blanco e Gianpaolo Serone, che hanno anche rimarcato l’altro aspetto della ditta, quello editoriale, con tanti autori pubblicati (e premiati), per una visione della cultura in forma completa.
Si diceva dei contenuti, quelli nuovi, e presentati qui al Colle del duomo per celebrare il traguardo. I pannelli informativi all’ingresso della piazza e del museo, intanto. Le nuove didascalie dei quadri con Qr code (il simboletto da inquadrare con la fotocamera dello smartphone per accedere a contenuti aggiuntivi), e infine i quadri parlanti, dove alcuni tablet raccontano in voce la storia di ciascun dipinto, scritta dai ragazzi di Quartieri dell’arte. Si brinda e si festeggia, in nome della cultura e della storia di questa città rivista e tramandata da gente così, gente come loro. E ce ne fosse.