La Cina è vicina. Molto più di quanto si possa immaginare. E lo diventerà ancora di più se anche soltanto una piccola parte di quanto seminato in una domenica di gennaio sboccerà… Ieri a Viterbo è arrivata una folta delegazione cinese: una ventina di persone capeggiate dal vicesindaco di Tianjin, una metropoli di 13 milioni di abitanti (la quarta della Repubblica popolare dopo Pechino, Shangai e Guangzhou), la più importante città costiera del nord. L’incontro è stato programmato dalla Regione, in particolare dall’assessore allo sviluppo economico e alle attività produttive Guido Fabiani, nell’ambito di una serie di scambi (culturali ed economici) con il colosso asiatico. Gli ospiti sono stati ricevuti dal sindaco Leonardo Michelini e dall’assessore comunale Giacomo Barelli che li hanno accompagnati prima a Palazzo dei Priori, poi nel centro storico (con tappa al palazzo dei Papi) e successivamente alle terme dei Papi.
Incontro proficuo, come si suol dire, ma è proprio il caso di usare un’espressione del genere in quanto i cinesi sono rimasti davvero colpiti dalle bellezze naturali viterbesi: in particolare, sono rimasti decisamente incantati dalle terme naturali che costituiscono un autentico fiore all’occhiello. “Confermo che si è trattato di una visita assai produttiva – sottolinea l’assessore Barelli -. Ci hanno chiesto informazioni, hanno preso costantemente appunti e si sono impegnati a girare le informazioni ricevute ai loro tour operator. Se pensiamo che si sta parlando di una metropoli che è grande quattro volte più di Roma, si può facilmente immaginare che cosa potrebbe significare per Viterbo una collaborazione di questo genere”. Non solo, ma il discorso si potrebbe ulteriormente allargare nel settore degli scambi culturali. “Ci hanno detto – aggiunge Barelli – che a Tianjin ci sono 40 università. Temendo di aver capito male, abbiamo pensato che si riferissero al numero delle facoltà. No, sono proprio 40 atenei. E allora abbiamo parlato della possibilità si scambi reciproci di studenti e anche in questo caso si sono mostrati particolarmente interessati”.
Un altro settore che ha attirato l’attenzione dei cinesi è quello dell’agricoltura. “Il sindaco – aggiunge l’assessore comunale – è stato presidente di Coldiretti, come tutti sappiamo, e quindi non ha avuto difficoltà nello spiegare le tecniche di coltivazione e di produzione dell’olio, ma anche della vite. Pensate che a Tianjin c’è un quartiere italiano, nato come presenza commerciale e posto lungo il fiume Hai tra i quartieri francese ed austro-ungarico, nel quale si vendono prodotti rigorosamente made in Italy. A maggio, poi, si tiene una grandissima fiera campionaria, che per i numeri che ho già detto rappresenterebbe una vetrina straordinaria per la Tuscia. Intanto, va detto che la Regione, oltre a Roma, ha indicato alla delegazione cinese due città del Lazio: Viterbo e Caprarola. Non solo, ma già la prossima settimana una delegazione del Lazio ricambierà la visita a Tianjin e per quella circostanza dovremo approntare dei progetti operativi da sottoporre all’attenzione degli amministratori di quella metropoli”.
Illuminante l’aiuto di Wikipedia per saperne di più: “Il quartiere costituisce un unicum di architettura italiana in Cina: gli architetti che nella prima metà del Novecento costruirono i vari edifici si ispirarono allo stile liberty e art decò che caratterizzava le costruzioni dei viali a mare di Viareggio e dell’intera Versilia. La municipalità ha salvaguardato queste architetture riaprendole al pubblico con funzioni culturali e di intrattenimento coinvolgendo nel recupero società italiane. Tra gli edifici più interessanti , il Consolato con la Casa del fascio (dalla singolare torre a forma di fascio littorio che domina il quartiere), l’ex caserma “Ermanno Carlotto”, le scuole. Le vie sono tuttora distinte con una doppia denominazione sino-italiana: Piazza Regina Elena che presenta il Monumento alla Vittoria nella prima guerra mondiale; Corso Vittorio Emanuele III; Piazza Dante; Corso Trento e Trieste e viale Carlotto, intitolato all’eroe italiano che combatté la guerra contro i Boxer all’inizio del secolo scorso”.
In sintesi, che cosa vi proponete, assessore Barelli? “Credo che il progetto più immediato sia quello turistico, ma col sindaco riteniamo che si debba puntare molto sull’agricoltura e sugli scambi culturali. Col prossimo viaggio in Cina dei rappresentanti della Regione, ci sarà l’occasione per stringere ancora di più i rapporti. Li abbiamo invitati per la festa di Santa Rosa, ci siamo scambiati gli indirizzi e mail, siamo stati invitati in Cina… Insomma, abbiamo posto le basi per una collaborazione che, viste le premesse, potrebbe rivelarsi davvero fruttuosa”.
La giornata degli ospiti cinesi si è chiusa con un pranzo al Gargolo: antipasto, fieno di Canepina e frutta, niente dolce (i cinesi non ne mangiano). “E’ stata una colazione piuttosto veloce – conclude Giacomo Barelli -. Alle 15,15 avevano in programma la visita al Colosseo. Hanno apprezzato soprattutto il fieno e l’olio dop, ma si sono interessati molto ai vini leggendo con attenzione tutte le etichette. A me è sembrata una domenica davvero importante e positiva”.