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Una poltrona per tre (in Parlamento)

Luisa Ciambella e Francesco Serra

Luisa Ciambella e Francesco Serra

Il 2015 sarà anche un anno di elezioni. Certo, perché una è già sicura, quella per il nuovo presidente della Repubblica, visto che Giorgio Napolitano ha già fatto sapere che si dimetterà, quasi sicuramente a metà gennaio. Trovato il nuovo inquilino del Colle, tuttavia, non è da escludere – anzi, a Roma viene dato per molto probabile – che in primavera, con l’Italicum approvato, si possa andare a votare anche per un nuovo Governo. Il nuovo sistema elettorale, infatti, potrebbe garantire al premier Matteo Renzi una vittoria schiacciante (con o senza alleati centristi) e allo stesso tempo gli garantirebbe di togliersi di dosso alcuni compagni di viaggio scomodi (vedi la stessa minoranza del Pd). Il ricorso alle urne non dispiacerebbe neanche alla Lega, che potrebbe cavalcare la popolarità crescente del suo leader Matteo Salvini, anticipando un’eventuale riorganizzazione del resto del centrodestra.

Premessa indispensabile per i permalosoni di turno: si tratta di voci, di valutazioni, di suggestioni sulle quali ragionare. E’ inutile prendersela. Chiaro?

Se si votasse davvero, bisognerà comunque farsi trovare pronti. Vale anche per la Tuscia, dove le grandi manovre sarebbero già iniziate, specie nel Partito democratico. Perché? Perché a livello locale il Pd è attraversato da almeno tre correnti (più sottocorrenti) ed assicurarsi delle candidature più o meno sicure nei collegi non sarà mica facile, anche con eventuali primarie. Le mosse più importanti potrebbero riguardare la corrente fioroniana, che sul piano nazionale gode sì di buoni rapporti nei confronti dello stesso Renzi (non per niente Fioroni è considerato parte della galassia degli “Amici di Matteo”) ma che in ambito viterbese deve agire d’anticipo per avere un posto al sole. Ecco dunque l’idea di una candidatura forte per il Parlamento: qualcuno dice proprio Luisa Ciambella, fedelissima dell’ex ministro e già temprata da anni di consiglio comunale a Viterbo (tra i banchi dell’opposizione) e poi, da amministratore, come vicesindaco e assessore con deleghe pesanti. Il buon lavoro svolto dalla Ciambella potrebbe ora essere messo a frutto in chiave nazionale. Se però così non fosse, e magari la Merkel nostrana non volesse abbandonare Palazzo dei priori, ecco che l’alternativa per Montecitorio potrebbe essere trovata in famiglia. Sì, magari candidando quel Federico Grattarola, marito della Ciambella, che per cinque anni ha vestito i panni del capogruppo d’opposizione in consiglio provinciale e che dall’aprile prossimo sarà a spasso. Grattarola aveva più volte manifestato la voglia di staccare dalla politica (fino all’anno scorso è stato anche sindaco della sua Vignanello) ma ciò non toglie che eventuali attestati di stima dal partito e dalla società civile non lo spingano ad accettare un’ipotetica sfida per un seggio alla Camera.

Federico Grattarola

Federico Grattarola

E i renziani? Anche in questo caso siamo nel campo delle ipotesi, però affascinanti. Perché tra i fedelissimi del premier, dai tempi in cui era soltanto sindaco di Firenze, c’è quel Francesco Serra che non ha mai nascosto il desiderio di fare, un giorno, il deputato.E se davvero si dovesse votare in primavera, lo stimato cardiologo potrebbe scendere in pista (visto che certi treni passano una volta sola, e la prossima il renzismo potrebbe anche essere messo non bene come oggi), liberando a sua volta l’ambitissima poltrona da capogruppo del Pd in consiglio comunale. Per un effetto domino che potrebbe davvero accontentare (quasi) tutti ma anche scatenare una guerra termonucleare globale. C’è infatti da tenere in considerazione i panunziani, ex sposettiani, che però hanno già lo stesso Panunzi consigliere regionale (e presidente di commissione), ma che potrebbero diventare decisivi nella scelta di appoggiare questo o quello. Quello che accadde per il congresso dell’anno scorso, con Egidi rieletto segretario grazie proprio all’alleanza Fioroni-Panunzi, ne è la dimostrazione. Anche se magari da allora qualcosa è cambiato (c’è chi lo spera).

Chiusura per i deputati uscenti Alessandro Mazzoli e Alessandra Terrosi. Col primo che per ottenere una ricandidatura dovrà giocarsi le sue carte nella corrente dei Giovani turchi, nella quale è confluito ormai da diverso tempo.

Insomma, in attesa di sapere se si voterà davvero a primavera, non resta che godersi la fase preparatoria. Per chi adora i preliminari.

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