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Una pipì da premio Oscar

Uno degli orinatoi che ha ottenuto il riconoscimento

Uno degli orinatoi che ha ottenuto il riconoscimento

Gli italiani, da sempre tartassati dalle tasse e perciò anche un po’ paranoici, li hanno sempre chiamati vespasiani. Una sorta di beffardo tributo postumo all’imperatore romano Tito Flavio Vespasiano, che nel primo secolo dopo Cristo decise di apporre un balzello proprio sugli orinatoi pubblici. E la fantasia di far pagare le tasse anche a chi faceva pipì – perché dalla pipì si ricavava l’ammoniaca da vendere – farebbe impallidire persino certi governanti di oggi, sempre alla ricerca di nuove gabelle da accollare ai contribuenti. I francesi, meno avvelenati nei confronti del fisco, lo chiamano pissoir, e nell’accento, e nella erre arrotata, c’è tutto lo sciovinismo snob di quel popolo. Comunque: una definizione trés chic, tanto che verrebbe da entrare nel migliore ristorante della Rive Gauche e chiedere al cameriere: “Per me? Io prenderei un pissoir. Ma senza aglio, se possibile”.

Intrighi linguistici a parte, ecco la notizia: una ditta viterbese – la Cielo di Fabrica di Roma, dunque in pieno distretto ceramico di Civita Castellana – ha ottenuto dal presidente della Regione Nicola Zingaretti il premio eccellenze del Design nel Lazio. Per che cosa? Ma naturalmente per i suoi “nuovi esclusivi orinatoi”, che si chiamano Slot, Ball e Mini Ball, tutti firmati da designers. Ci sono voluti 150 esperti distribuiti in tutta Italia per arrivare a questo verdetto, che illumina naturalmente il panorama produttivo viterbese in un settore, quello ceramico, che ha sofferto come pochi i morsi della crisi. E i cassintegrati, e molte aziende chiuse, stanno lì a dimostrarlo.

Dal comunicato ufficiale che annuncia il riconoscimento: “Cielo, eccellenza italiana del settore ceramico, ha raggiunto la sua posizione di leadership e autorevolezza attraverso una produzione rigorosamente HandMade in Italy, la qualità del design, la tecnologia dei processi produttivi e la collaborazione con nomi prestigiosi del panorama internazionale del design contemporaneo. Con il progetto Terre di Cielo l’azienda si pone come unica realtà al mondo in grado di offrire una gamma cromatica e di superfici di 16 diverse tonalità della ceramica, frutto di un approfondito lavoro di ricerca e di un percorso di sperimentazione realizzato con l’obiettivo di offrire a progettisti e architetti un nuovo strumento di lavoro per ideare ambienti che siano in linea con il sentire e i desideri delle persone. Questo alto grado di personalizzazione rappresenta un requisito fondamentale per rispondere alla domanda sempre più esigente del contract e dei mercati esteri, ai quali l’azienda guarda con particolare attenzione”.

Già, l’estero, una tradizione che per anni ha tenuto le ceramiche civitoniche lontano dalla crisi: si vendeva agli arabi – prima che decidessero di dilapidare le loro fortune con gli Ibrahimovic e le Manuele Arcuri – e c’era sempre una certa soddisfazione nell’ascoltare quel viaggiatore di ritorno da Dubai confessare: “In un palazzo ho visto i bagni: tutta ceramica di casa nostra…” Persino nel Kuwait invaso da Saddam Hussein nell’agosto del 1990 pare che i cessi e i lavandini fossero tutti made in Civita.

I tempi saranno cambiati, le mode pure, ma la tradizione del distretto ceramico si sta rinnovando. Il design di questi orinatoi della Cielo sarà certamente strepitoso, per quelli che lo capiscono. E chissà che non servano a suonare la carica per la ripresa dell’intero settore: di questi tempi tutto fa comodo.

Per tutti gli altri, per i semplici uomini della strada,  non resta che immaginare cosa si può provare a mingere lì dentro, magari in un bagno di design dentro un appartamento di design in un palazzo di design. E per agevolare lo scorrimento si potrà sempre intonare quella vecchia canzone del maestro Battiato: “E gli orinali messi sotto i letti/Per la notte un film di Ejzenstein sulla rivoluzioneeeeee…”

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