Organizziamo un Cenone senza crudeltà? Ma che significa? Non invitiamo i parenti invidiosi e maligni che non faranno altro che sparlare di noi? Oppure, eviteremo grassi e colesterolo e non metteremo a repentaglio la nostra vita? No, niente di tutto questo.
Il “Cenone senza crudeltà” è un’iniziativa promossa dal Minù Organic Bistriot che si riserva di cucinare solo cibi biologici e che non emettano gemiti o lamenti in punto di morte. Stiamo parlando dei famosi vegani. Non quelli del pianeta Vega, i nemici di Ufo Robot, ma quelli che rispettando madre Terra e si propongono di vivere in armonia con le proprie convinzioni. I vegani fanno una vita difficile: non mangiano carne, pesce, formaggi uova e soprattutto nella loro filosofia primeggia l’idea che nessun essere vivente debba essere sfruttato per soddisfare i bisogni dell’uomo. Quindi niente vestiti in pelle, piumini d’oca o borsette di pitone. I vegani partono dal presupposto che su questa terra ogni essere umano o animale ha la stessa ragione di vivere. Lo sfruttamento del prossimo per arricchirsi non è segno di un’intelligenza superiore. Poi, se per arricchire pochi si devono schiacciare quasi i due terzi della popolazione mondiale, per i vegani non è proprio questo il modo di trascorrere un’esistenza appagante.
Ma come si passa dalla filosofia alla pratica? Be’, semplice, si fonda un’associazione, con più persone, e si apre un Bistrot cercando di mandarlo nella direzione che si vuole. Tutto il cibo che viene cucinato è biologico, non strettamente a chilometri 0, ma del tutto biologico. Spesso c’è confusione tra questi due termini. Non è affatto detto che il contadino del campo accanto non usi pesticidi e prodotti chimici per produrre. L’ agricoltura biologica, invece, ha un solo significato: sfruttare la naturale fertilità del suolo escludendo l’utilizzo di organismi geneticamente modificati (OGM). Biologico, artigianale e qualità sono questi i capisaldi di Minù. Il pane si fa con la paste madre, il tofu, alimento base per i vegani, è fatto in casa, al seitan, impasto proteico ricavato dal glutine del grano o farro, ci pensa Emanuela che passa ore ed ore a impastare e a risciacquare . Daniele, invece, si sbizzarrisce con focacce alla cannella e pane con lo zenzero. Da Minù si sperimenta molto sia con le spezie che con le varie farine a disposizione. Sì, ma che si mangia? Il menù offre ravioli giapponesi di zucca, linguine al ragù di seitan, tagliere di formaggi e affettati vegani, tofu saltato con il sesamo, zuppe e tante verdure. C’è anche il nuovo seitofu al limone, un mix tra seitan e tofu, inventato da Anna, la chef vegana. Per i dolci si segue il “rough food”, ossia si prediligono i cibi crudi: le sfere di bontà con datteri e cocco sono un buon fine pasto. E da bere? Ogni bevanda viene prodotta artigianalmente. Ci sono sciroppi succhi e tisane piene di uva, sambuco e corniolo che provengano tutti da raccolta spontanee. Questo significa, che spesso, i nostri vegani li si può incontrare nelle campagne vicino ad Orvieto. In questo piccolo Bistrot si organizzano concerti di musica sperimentale, letture e presentazioni di libri. Piano piano si cerca di integrare l’attività nel territorio e soprattutto offrire un punto di riferimento a chiunque voglia mangiare e vivere in armonia con gli esseri viventi.