Il presidente dell’Autorità portuale di Civitavecchia è venuto a Viterbo, in Camera di commercio, per dare una notizia che non era mai stata data. E che è una buona notizia: “Ci sono degli imprenditori privati interessati a completare la Trasversale – dice Pasqualino Monti – quei 18 chilometri che ancora mancano per collegare Viterbo al mare, al porto”. Boom. Perché al netto delle centinaia di annunci e proclami da parte dei politici di ieri e di oggi, queste sembrano davvero le parole più concrete interno alla Grande Opera (la maiuscola è d’obbligo) che da anni tutti gli abitanti della Tuscia – e non solo loro – aspettano, sognano, invocano.
Che la dichiarazione di Monti non sia soltanto fuffa lo si capisce da tutto il resto, oggetto di questa missione viterbese. L’accordo, pronto ad essere ratificato a giorni, con la stessa Camera di commercio di Domenico Merlani (che dal canto suo incassa il primo grande risultato della sua fresca presidenza), si compone di tre punti. La Trasversale, naturalmente: “Perché quello di Civitavecchia – spiega Monti – vuole diventare un porto al servizio di un’area vasta, che dalla Tuscia si allarga all’Umbria e al centro Italia, mettendo in collegamento il Tirreno e l’Adriatico. Il terminal merci, per investimenti di oltre 600 milioni di euro nei prossimi anni, non avrebbe senso senza velocità di spostamento delle cose. E’ logico che chi realizzerà il terminal e le strutture a terra ha tutto l’interesse di avere anche un collegamento stradale rapido, e che funzioni”. Nel caso si faccia, sarà una strada con pedaggio: “Non compete a me deciderlo ma chi investe sull’opera – risponde a botta sicura Monti, che evidentemente ha già considerato la faccenda – Lo si vedrà da quanto traffico svilupperà l’arteria quando sarà finita, di certo se fosse necessario un piccolo pedaggio per rientrare dell’investimento non credo sia uno scandalo.Di certo il completamento della Trasversale è la mia battaglia, non me ne andrò finché non sarà finita. E per questo abbiamo fatto il progetto, vincendo una call europea: senza progetto non si inizia nemmeno il discorso”.
Discorso diverso per la ferrovia, quella Orte-Capranica-Civitavecchia che giace inutilizzata da decenni: “Anche questa potrebbe essere un’opera chiave per il nostro futuro, specie per il collegamento con l’Interporto – ammette il presidente dell’autorità portuale – Ma elettrificare la linea costa 800 milioni di euro, o risparmiando 450 milioni. Per una spesa del genere ci vuole un ritorno, se ne riparla quando il terminal merci sarà a regime, oggi mi sembra difficile. Di certo parliamo di un corridoio importante per Rfi (Reti ferroviarie italiane), che è l’unico soggetto in grado di sostenere un eventuale rilancio della linea. La Regione di certo non può”.
Detto che insieme alle merci va considerato anche l’argomento passeggeri – i numeri del porto per quanto riguarda la croceristica sono clamorosi – ecco l’altro aspetto dell’accordo con la Camera di commercio: “A breve creeremo un punto dell’ente camerale all’interno del terminal passeggeri – spiega Merlani – Un posto dove le nostre aziende potranno mettere in mostra i loro prodotti e le loro eccellenze al cospetto dei turisti in arrivo da tutto il mondo. Che così potranno scoprire la Tuscia non appena sbarcati a Civitavecchia”. E non solo, perché le stesse aziende viterbesi potrebbero avere un ruolo importante nella costruzione del famoso terminal merci.
E così, mentre la politica fa annunci e promesse, mentre si discute di una fusione tra la Provincia di Viterbo e il comprensorio civitavecchiese (che non vuole entrare nell’area metropolitana romana), ecco che l’economia vuole bruciare le tappe coi fatti. E chissà che la Trasversale, stavolta, non si completi davvero.