16112024Headline:

“Su Talete la Regione dica cosa vuol fare”

Marcello Meroi

Marcello Meroi

Che fine farà Talete? Anzi, la gestione pubblica dell’acqua. Nessuno lo sa e tanto meno nessuno si sbilancia. La situazione è chiara ma merita un breve riassunto. I nuovi amministratori, guidati dal presidente Bonori, hanno presentato da tempo il Parca, il piano aziendale di rilancio. I soci (cioè i 26 Comuni aderenti) lo hanno accettato e approvato, ma della ricapitalizzazione non c’è traccia alcuna. Di sborsare soldi nessuno ha voglia. A questo punto (come aveva dichiarato lo stesso Bonori a Viterbopost) non ci sono vie d’uscita: o i Comuni procedono all’aumento di capitale (ma non è proprio aria) o almeno forniscono alle banche le garanzie necessarie per ottenere prestiti necessari ad avviare azioni di efficientamento energetico, di ristrutturazione della rete e via di seguito. Tutto quanto indispensabile, insomma, per permettere alla società di andare avanti. Già, perché con un capitale sociale di soli 453mila euro e debiti oltre i 15 milioni, avanti così non si va. Le ultime segnalano un Bonori fortemente contrariato, se non addirittura pronto a presentare le dimissioni.
E allora che succede? “Succede – risponde Marcello Meroi, presidente della Provincia e presidente dimissionario dell’Ato – che in tutte le discussioni di questi giorni c’è un convitato di pietra”.
Si spieghi meglio.
“Che cosa ha in mente davvero la Regione? Fino a quando non si chiarirà definitivamente e concretamente il ruolo della Pisana, non si potrà procedere a qualsiasi tipo di passo”.
La faccenda resta oscura.
“Lo scorso 28 luglio, l’assessore Refrigeri annunciò qui a Viterbo che la Regione era pronta ad investire sull’acqua 114 milioni di euro. Sono passati 5 mesi e non si è visto nemmeno un centesimo. Evidentemente l’annuncite è una malattia contagiosa… Ma non è tutto”.
Continui pure…
“In un precedente incontro a Roma, intorno a metà luglio, avevamo segnalato che i costi di manutenzione e di gestione dei dearsenificatori sono particolarmente elevati e che meglio sarebbe stato investire sui miglioramenti della rete a monte. Discorso recepito tanto da proporre qualche giorno dopo un investimento così consistente. Peccato che all’annuncio non sia seguito alcun atto concreto”.

Stefano Bonori, presidente di Talete

Stefano Bonori, presidente di Talete

Zingaretti aveva ipotizzato un gestore unico regionale, privato ovviamente.
“Perfetto. Decidano e ce lo facciano sapere”.
La sua opinione?
“L’acqua è un bene pubblico e tale deve rimanere. Non mi scandalizzo affatto però se la gestione viene affidata ad un privato. Non è più tempo di discorsi ideologici o di battaglie sui principi: visti i risultati finora conseguiti dal pubblico sfido chiunque a dimostrare che l’ingresso dei privati è da sconsigliare. Con una condizione fondamentale”.
Quale?
“I controlli sul servizio e sulle tariffe devono essere continui e ferrei. Anzi questa è la pre-condizione”.
Già, le tariffe…
“Io penso che tutti noi cittadini accetteremmo aumenti a fronte di investimenti sicuri sulla rete con conseguenti miglioramenti concreti del servizio. Purtroppo temo che possa accadere altro…”.
E cioè?
“Che futuri aumenti possano essere utilizzati per tappare le falle attuali e andare avanti senza una svolta decisiva. Considero questa eventualità immorale. Non si possono scaricare i debiti di Talete sui cittadini. E su questo non solo il centrodestra ma anche i sindaci del centrosinistra sono decisi a non mollare”.
E Talete continua a restare nel limbo…
“Capisco, ma anche su questo la Regione è latitante. Perché i comuni soci sono ancora solo 26 su 60? Perché Zingaretti non interviene? Si torna al punto di partenza: la Regione decida davvero ciò che vuol fare e non si limiti ad annunci per ora rimasti sulla carta”.
Intanto, da segnalare che la Prefettura ha convocato una riunione per affrontare la questione dei lavoratori Talete. Inoltre, per procedere all’aumento di capitale o anche fornire le garanzie alle banche (sono atti di amministrazione straordinaria), è necessario che ogni sindaco riceva un mandato pieno dal Consiglio comunale. Non risulta che qualcuno dei 26 soci si sia mosso in questa direzione. E Talete rischia di dichiarare fallimento da un giorno all’altro…

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