05112024Headline:

Prima il consiglio, poi la redistribuzione

Il tavolo degli assessori (oggi senza più deleghe)

Il tavolo degli assessori (oggi senza più deleghe)

Venghino venghino, signori e signore. Perché quello di oggi, ore 9.30, sarà un consiglio comunale particolare. E non perché i consiglieri si esibiranno in qualche numero da circo (a quelli ormai ci hanno abituato, tra risse verbali e non, salti della quaglia e spettacoli clowneschi). No, oggi ci si aspetta ben altro, perché è il primo consiglio – e si spera l’ultimo – in tempo di crisi. Anche se qualcuno si ostina a definirla “verifica”.

Una crisi bizzarra, intanto da un punto di vista morfologico, visto che il sindaco Michelini non ha azzerato la sua giunta ma ha soltanto revocato le deleghe, avocandole a sé. Dunque gli assessori ci sono – e dovrebbero anche essere in aula – ma non hanno competenza. Quelle le ha il sindaco, che le esercita da sabato scorso, quando ha firmato il decreto: ieri mattina, per esempio, Michelini si è presentato puntualmente alla riunione della terza commissione in via Garbini, nel ruolo che fino a qualche giorno fa dell’assessora Saraconi. Ha partecipato ai lavori (si parlava dell’annosa questione del cimitero di Grotte Santo Stefano), evitando così che l’appuntamento saltasse e che la macchina amministrativa si fermasse, anche se poi non è che si sia deciso chissà che, visto che sulla faccenda del camposanto grottano pende ancora un ricorso.

Oggi a Michelini spetta un compito ancora più faticoso, visto che dovrà interpretare in consiglio ben otto personaggi (gli otto assessori congelati), con le rispettive competenze. Una roba da far invidia a Pirandello. Questo almeno finché non avverrà la redistribuzione delle deleghe, forse già da domani o chissà, anche oggi durante la seduta, magari con un altro annuncio a sorpresa dello stesso sindaco. Ma basterà per porre fine alle guerre intestine che stanno lacerando la maggioranza? Le tensioni verranno davvero cancellate dall’ammuina che applicherà Michelini? Di certo alcuni fronti restano aperti: i rapporti tra il Pd e Viva Viterbo, per esempio, la crisi d’identità – semmai ne avesse avuta una – di Oltre le mura, il futuro dei due consiglieri, Moltoni e Tofani, condannati per l’antica storia del Cev, qualche rapporto personale un po’ troppo sopra le righe (Insogna-Treta, Bizzarri-Troncarelli).

Insomma, già da oggi si potrà capire se è stata firmata una tregua in attesa delle decisioni di Michelini oppure se bisognerà aspettare ancora per ritrovare un po’ di armonia. Con la minoranza pronta a sfruttare ogni occasione per rigirare il dito nella piaga, a partire dalla garanzia del numero legale.

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