17112024Headline:

Più dignità per il mondo carcerario

Il carcere viterbese di Mammagialla

Il carcere viterbese di Mammagialla

Un Paese civile si distingue anche per l’avere un sistema penitenziario che non mette mai in discussione i diritti umani fondamentali a prescindere dai reati commessi e che assolve il dovere di solidarietà e umanità nell’esecuzione delle pene. Per questo, come Partito democratico, abbiamo avanzato proposte di legge mirate a favorire le misure alternative, diminuire il sovraffollamento e mettere i detenuti, insieme al personale che lavora dentro gli istituti, nelle condizioni di vivere e lavorare in maniera dignitosa.

Finora l’Italia ha affrontato il problema solo in condizioni di emergenza senza offrire una risposta definita che stia dentro il dettame costituzionale. L’attuale condizione, soprattutto il sovraffollamento, è il risultato di problematiche di carattere strutturale, della mancata modernizzazione del sistema giustizia e del ritardo della politica nell’interpretare i cambiamenti.

Con questo Governo abbiamo cambiato rotta rispetto alle politiche dei pacchetti sicurezza per cui si interveniva solo in una logica di propaganda. Ma c’è ancora molto da fare.

Un terzo dei detenuti sono in custodia cautelare, ovvero in attesa di giudizio. Molti sono immigrati e altri tossicodipendenti. La logica seguita è quella per cui non può essere automatico lo stare in carcere senza condanna definitiva: abbiamo introdotto una valutazione reale dei rischi di fuga, reiterazione del reato o inquinamento delle prove. Questa misura ha consentito di ridurre del 20% la tipologia di detenuti, ovvero 3.300 unità in meno. Naturalmente, la custodia cautelare resta per i reati più gravi come l’associazione di stampo mafioso e il terrorismo.
Tra le altre misure adottate dal Governo Renzi ci sono: la stabilizzazione dell’istituto della detenzione domiciliare per gli ultimi 18 mesi di pena e un aumento dell’affidamento ai servizi sociali (il che ha permesso di far scendere di 4.000 unità i detenuti); gli sconti di pena per i reati minori; l’aumento del ricorso alla cura in comunità per i tossicodipendenti.
Abbiamo puntato sul rilancio delle misure alternative al carcere. Significa investire nelle professionalità necessarie. Abbiamo inoltre potenziato l’istituto delle espulsioni per immigrati condannati in base ad accordi bilaterali stretti con Albania, Marocco e recentemente Romania (così i detenuti stranieri sono scesi di 5.000 unità).
Inoltre il Pd ha sollecitato il Governo ad adottare un piano straordinario di assunzioni che comporti il superamento del blocco ai contratti dei dirigenti, il riallineamento della polizia penitenziaria e la valorizzazione delle competenze e professionalità. Penso agli educatori, agli assistenti sociali, agli psicologi e agli agenti. Anche a loro va restituita la dignità.

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