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Panta rei, ciao Viterbopost

manifesto viterbopostPanta rei, che tradotto dal greco vuol dire tutto scorre. E’ il celebre aforisma attribuito a Eraclito, con cui la tradizione ha voluto identificare sinteticamente il pensiero del filosofo greco con il tema del divenire. E che dà un’idea precisa sull’evolversi della vita e anche sulla sua provvisorietà, che riguarda – purtroppo – tutti i comuni mortali.

Breve premessa per dire che da oggi lascio la direzione di Viterbopost, dopo quasi due anni vissuti intensamente. E che la lascio nelle mani sapienti di un giovane, Andrea Arena, che saprà sicuramente farsi valere, avendo già dimostrato ampiamente – a mio avviso – di essere attento e acuto osservatore della realtà politica, economica e sociale del capoluogo della Tuscia e della sua provincia.

Lascio per motivi strettamente personali, ma anche – proprio perché Panta rei – per favorire quel ricambio generazionale che è utile e necessario in tutti i campi dell’esistenza umana, giornalismo compreso. Giacché solo dal cambiamento si può ottenere quella nuova linfa indispensabile per tenere alta l’attenzione sulle questioni e affrontarle con lucidità e, soprattutto, adeguandosi ai tempi (e questo vale per tutti i settori).

Ergo, dopo due anni vissuti intensamente, è giusto tracciare un minimo di bilancio. Viterbopost, nato nel gennaio 2013, ha cercato di essere attento osservatore e commentatore dei fatti viterbesi, non limitandosi alla pura registrazione degli eventi, ma tentando di dare sempre una propria chiave di lettura, addentrandosi il più delle volte nella specificità delle problematiche e ottenendo – talvolta – anche buoni risultati. Il tutto, nonostante la scarsità di risorse economiche, dovuta alla crisi che attanaglia non solo la Tuscia.

Ma la cosa più importante è che Viterbopost è stata una voce libera, che non si è fatta condizionare (sport purtroppo molto in voga in questo territorio) dai sì e dai no alle sponsorizzazioni, dando sempre la priorità alla rilevanza degli eventi (a questo proposito ricordo lo sfogo del presidente della Provincia Marcello Meroi, che tempo addietro ebbe modo di sottolineare: “Se su un evento non fai la pubblicità, non ti pubblicano niente”).

Una strada che Andrea Arena ha l’intenzione (e il dovere) di continuare a percorrere, in un momento in cui tutta la stampa nazionale (soprattutto quella cartacea) è in crisi e nella Tuscia lo è ancora di più. Con due soli quotidiani cartacei ancora presenti nelle edicole, che si dibattono tra mille difficoltà economiche (e qui mi si consenta di esprimere profonda amarezza per la parabola discendente intrapresa dal Messaggero, dove ho lavorato per 40 anni, complice un editore tutt’altro che lungimirante), e un pugno di siti on line costretti a sopravvivere alla meno peggio per lo stesso motivo.

Non è una questione di poco conto, giacché dall’indipendenza economica dipende – purtroppo – anche quella delle idee. Per questo Andrea Arena, che raccoglie con entusiasmo la mia eredità, avrà un compito arduo, ma allo stesso tempo affascinante. E, conoscendo le sue attitudini, credo che ce la farà.

Buon lavoro, Andrea.

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