Roma 2024. Non è la presunta data della papabile inaugurazione della Metro C (magari). E nemmeno l’auspicabile momento (considerando la burocrazia) in cui verranno sistemate le pratiche relative a Mafia Capitale. Roma 2024 è uno slogan. Che candida la città eterna ai giochi olimpici.
Se ne discute da un pochino, ormai. Il tema però è ancora caldo. E lo dimostra l’interessamento recente da parte del Papa (piuttosto, Mafia Capitale ha goduto anche del Giubileo…). Francesco ha benedetto la proposta lo scorso venerdì. Con tanto di battutone allegato: “Io non ci sarò”.
Comunque. Se gare a cinque stelle invece saranno, Viterbo che ruolo potrebbe avere all’interno della manifestazione? Il quotidiano Repubblica vede già in Sutri il tempio del golf, ad esempio. Ma per capire i vantaggi presunti per la Tuscia è meglio appellarsi a chi ne capisce. E tanto. Il delegato del Coni locale Alessandro Pica. Uno che, giusto per chiarire il quadro, s’è fatto in prima linea Barcellona ’92 (al fianco di Cesare Maldini), Sidney 2000, e Atene 2004 (in sella con l’oro Bettini).
“Sarebbe eccezionale – chiarisce subito – Anche in termini di riscontro economico. Basta farsi un giro a Barcellona per rendersene conto. Città stravolta e risistemata a dovere. Se si è bravi nella programmazione e nella gestione, senza dubbio è un’occasione da cogliere al volo”. Tipo l’Expo di Milano, in pratica. Ma tangenti spropositate e eco-mostri che rimarranno sul groppone delle prossime 58 generazioni, sarebbe il caso di lasciarli a casa.
Passiamo quindi a Viterbo. “Abbiamo la fortuna di vivere in un luogo stupendo – prosegue – a due passi da Roma. Va pianificata una strategia vincente, già adesso. Che possa farci vendere bene. Penso ad esempio a qualsiasi rappresentativa di qualsiasi disciplina. Hanno tutti bisogno di un quartier generale. Di norma tranquillo, vivibile, pratico, turistico quanto basta. Tra le varie province siamo sicuramente la messa meglio”.
In effetti c’è sole, c’è mare, c’è pace, c’è storia, ci stanno alberghi e si mangia bene. Peccato solo che le strutture sportive del capoluogo siano tra le più fatiscenti del globo. “Le Olimpiadi servono anche a questo – chiude Pica – trascorrono sette anni dall’ok all’accensione della fiaccola. Il restyling è d’obbligo. Tra l’altro verrebbe fatto in impianti che poi rimarrebbero in mano ai viterbesi. Mica male, vista la situazione attuale”.
Un passo alla volta quindi. E se per Roma sarà dura farsi accettare, per Viterbo (che godrebbe di luce riflessa) non resta che mettersi giù e pregare. Primo appuntamento oggi pomeriggio (ore 15 e Cattedrale di San Lorenzo). In programma la consueta messa dello sportivo.