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Nuovo Corriere, speranze natalizie

L'editore Roberto Angelucci

L’editore Roberto Angelucci

Natale. Tempo di regali, di buoni propositi e di sorprese. Forse anche per gli ex collaboratori de Il Nuovo Corriere Viterbese. Quel quotidiano cartaceo, dalla testatina azzurra, che nacque nel giugno 2008 e chiuse i battenti a luglio 2012. Passando, fronte proprietà, dalle mani dell’Editoriale 2000 in quelle della locale famiglia Angelucci.
Prima la cronistoria, poi le buone notizie. Quando i vertici della testata decisero di ritirarsi dal mercato, i sopracitati dipendenti rimasero a secco. Nel senso che non percepirono rimborsi per 365 giorni. O giù di lì. In pratica, senza l’ombra di un quattrino, continuarono a scrivere dal luglio 2011 all’ultimo numero (non tutti, ma buona parte, qualcuno mollò in corsa). In toto poi, attraverso pareri legali e anche per via di Stamparomana (organo capitolino di tutela), approcciarono un tentativo di dialogo con gli Angelucci. O meglio, con la Ro.Ri. Azienda che fungeva da editore. Ma fu inutile. Trentadue persone finirono disoccupate e con dodici mensilità di collaborazioni arretrate da intascare.
La vicenda è rimasta congelata fino allo scorso 4 dicembre. Quando ai malcapitati è arrivata una lettera inaspettata, via mail, da parte del dottore commercialista Gianluigi Degli Esposti Zoboli. Il romano, revisore dei conti, si sta occupando proprio della Ro.Ri., in fase di liquidazione. Nel testo si legge: “La società, in data 24 novembre, ha depositato presso il Tribunale di Roma un ricorso – seguono articolo e comma – Detta norma consente il deposito di una domanda, per stipulare un accordo di ristrutturazione, ovvero per depositare una proposta di Concordato preventivo”. L’ovvero, come per i quiz della patente, va letto come semplice “o”.

E fin qua nulla di straordinario. Ma cosa c’entrano i collaboratori? L’accordo di ristrutturazione deve essere accompagnato da una relazione che attesti la veridicità dei dati. Pertanto ogni creditore (basta la maggioranza) è chiamato a comunicare le proprie spettanze.
Segue, al telegramma, un documento pdf con nomi e cifre. Per un ammontare di circa 75mila euro.
E ancora. “La Ro.Ri. (che prima era denominata Sanità srl, poi Gruppo editoriale, ndr) allo stato vanta un credito, oggetto di contenzioso, nei confronti della Regione Lazio, pari a circa due milioni di euro. È ferma intenzione della società, a seguito dell’emanazione del Decreto del Commissario ad acta n. 225 dell’8 luglio 2014, giungere ad una soluzione transattiva con la Regione, onde poter soddisfare nel minor tempo possibile i propri creditori”.
La faccenda risulta assai ingarbugliata. In quanto per poter sistemare gli arretrati coi collaboratori la Ro.Ri. intende passare attraverso le vecchie spettanze con la Regione (servizi relativi ad accordi Asl). I collaboratori però, che avevano gettato la spugna da un pezzo, hanno comunque deciso di abbracciare la nuova linea aziendale, inviando le suddette spettanze. Nella speranza che stavolta sia veramente un Natale diverso.

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