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Non si scappa: riecco la calza più lunga

La conferenza stampa di presentazione

La conferenza stampa di presentazione

Sarà davvero la più lunga del mondo? La domanda è calzante – battutona – perché si parla della calza della befana. Quella che noi spacciamo da record, anche se pure altrove (nelle Marche, un paio in Toscana) rivendicano il primato. Comunque, visto che il giochino a chi ce l’ha più lunga, la calza, è roba da mentecatti, per sciovinismo (viterbesità) e per spirito di squadra eccola qua, la calzona.

Appuntamento lunedì 5 gennaio, ore 15.30, e già siamo arrivati alla quattordicesima edizione di questa tradizione molto pagana, schifata da quelli con la puzza sotto al naso, amatissima dai bambini (per i dolci e perché è una cosa buffa) e dalle signore di mezza età che si prestano a mettere il cappello lungo, a imbracciare la scopa – e chissà se lo fanno pure a casa, per pulire, o hanno la colf – e a trasportare questo pedalino lungo oltre cinquanta metri per le vie della città. Una specie di Macchina di Santa Rosa orizzontale, insomma, anche se molto più morbida (dentro c’è materiale gonfiabile, anche alle befane piace la chirurgia plastica) e di sicuro meno pesante. Anche perché, come sempre, le facchine con le baffe quest’anno saranno supportate nel trasporto dalle Fiat Cinquecento del locale club. Con una variazione importante, ed evidentemente studiata con attenzione negli ultimi dodici mesi: “Per risalire via Cairoli le macchine si toglieranno e lasceranno l’incombenza del trasporto alle sole befane”, ha spiegato il presidente del circolo sociale del Pilastro – che organizza la manifestazione – Luciano Barozzi. Ragioni strettamente tecniche: lungo l’ascesa le vecchie Cinquecento sollecitavano troppo la frizione, e conoscendo i proprietari .- maniaci e gelosi delle loro anziane macchinette – s’è deciso il cambiamento. Aprirà la sfilata una Bianchina (quella di Fantozzi), mentre una Cinquecento giardiniera s’accollerà il peso iniziale.

La novità di quest’anno è che la calza più lunga del mondo rischiava di finire all’altro mondo. Perché la scorsa estate qualche vandalo in preda a colpo di sole si è intrufolato nel centro sociale e ha danneggiato i preziosissimi componenti del serpentone. Attimi di paura e di delirio, timori che non je se la potesse fa’. Poi sono arrivati i soccorsi: la Confartigianato del direttore De Simone, il Comune, persino 14 consiglieri comunali che con un nobilissimo quanto soffertissimo (conoscendo certe tasche) gesto hanno devoluto i loro sontuosi gettoni di presenza. Fatto sta che la calza è stata rimessa insieme dalle laboriose donne del centro anziani, “una catena di montaggio vera e propria”, come l’ha raccontata chi l’ha vista di persona. E forse sta proprio qui, nell’energia e nell’entusiasmo del Pilastro, l’aspetto più bello e verace di questo evento.

C’è dell’altro, e del buono. Perché lo scopo della calza è fare del bene, ogni anno per un obiettivo diverso (stavolta per le adozioni a distanza), con Admo e Avis sempre in prima fila. All’arrivo davanti alla parrocchia del Sacro Cuore al Pilastro, verranno vendute delle calze piene di dolciumi, al prezzo simbolico di 2 euro e 50. Comprate, genitori: farete felici il vostro bambino, qui, e un altro bambino, nel mondo.

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