Questa è la storia di uno di noi. La passione per il calcio (come tantissimi) ce l’ha dentro da sempre: 66 anni ben portati, almeno la metà dei quali trascorsa sui campi di periferia (fangosissimi d’inverno, polverosissimi quando fa caldo). Renzo Lucarini (tifoso della Fiorentina) ha cominciato negli anni Ottanta al Paradiso fino a diventare consigliere regionale della Federcalcio: oggi sarà insignito della stella d’argento al merito sportivo, nel corso di una cerimonia in programma a Tuscania, alla quale è prevista la partecipazione del presidente del Coni Giovanni Malagò, del predecessore Mario Pescante e del presidente regionale Riccardo Viola.
“Iniziai – racconta sorridendo – nella società del Paradiso Viterbo, che oggi non esiste più, come dirigente accompagnatore della squadra in cui giocava mio figlio. Partimmo dagli Esordienti e arrivammo agli Allievi regionali. Ero un club di puro settore giovanile, come si dice in gergo. Di quei tempi ricordo soprattutto i rimproveri di mia moglie: ci alzavamo alle 6 della domenica per andare a giocare a Roma. Al momento della partenza, l’allenatore decideva chi portare via: lui si guardava intorno e poi accadeva abbastanza spesso che mio figlio, bravino tecnicamente ma un po’ piccolino sul piano fisico, fosse dirottato nel campionato provinciale. E a casa mi toccava sentire anche la ramanzina di Giulia…”. Nel 1992 l’arrivo nel Comitato (oggi Delegazione) provinciale della Federcalcio: “Il presidente – sottolinea Lucarini – era Domenico Mancinelli, un personaggio speciale che veniva dal Partito repubblicano e che era riuscito a diventare assessore allo Sport ed anche vice sindaco di Viterbo. Iniziò così il mio impegno in Federazione. Tre anni dopo, con l’avvento alla presidenza di Gianni Pini, cominciai ad occuparmi in particolare di calcio a 5. Erano gli anni d’oro per quello sport nella nostra città: il Cus Viterbo era in serie A e sugli spalti c’era sempre tantissima gente”.
Nella stagione 2001 – 2002 con l’arrivo di Melchiorre Zarelli alla presidenza del Comitato regionale Lazio della Figc, Renzo Lucarini viene nominato presidente provinciale. “E lì – interviene – comincia un’avventura durata esattamente 10 anni. Un periodo indimenticabile segnato da tanti splendidi ricordi. Sul piano sportivo, riuscimmo a raddoppiare il numero delle squadre partecipanti alla Terza categoria e a formare due gironi di calcio a 5 (uno maschile e uno femminile) formati da sole squadre viterbesi. Va detto che fu una serie di coincidenze a propiziare questo boom di iscrizioni: in particolare, il lavoro compiuto su compagini che partecipavano ai campionati amatoriali. Bastò dimostrare che i costi erano praticamente uguali… E comunque fu un gioco di squadra al quale tutti i miei collaboratori, che desidero ringraziare di cuore, contribuirono”.
Centinaia di partite, incontri, riunioni, problemi e mille aneddoti. “Ce ne sono un paio che rammento in particolare: uno positivo, l’altro un po’ meno. A Sutri, nel mio primo anno di presidenza, in occasione della finale Allievi fui costretto a tracciare le linee del campo: io, incravattato e tutto elegante, alle prese con la calcina… Ma sono ancora oggi orgoglioso e onorato di averlo fatto. Qualche anno dopo a Canepina, finale Juniores tra Virtus Pilastro e Pianoscarano: successe di tutto sugli spalti e in campo. Arrivarono 7-8 pattuglie fra Carabinieri e Polizia. Io, il presidente del Pianoscarano e Sergio Insogna (presidente del Pilastro) finimmo in caserma e ci rimanemmo fino alle 10 di sera… Per fortuna non ci furono altre conseguenze ma vi posso garantire che se le erano date di santa ragione”.
A proposito di violenza… “Purtroppo – commenta con amarezza – la cronaca, anche recentissima, ci dice che il fenomeno è tutt’altro che finito. Episodi vergognosi e inqualificabili… Provate a mettervi nei panni dell’arbitro, da solo contro almeno una trentina fra giocatori, allenatori e dirigenti e con il pubblico sulle gradinate. Sì, chi dirige una partita sbaglia, come tutti del resto. Ma trovo inconcepibile prendersela con un ragazzo, talvolta inevitabilmente inesperto, che potrebbe essere il figlio se non il nipote di chi lo critica o lo insulta. Questo non è lo sport che io amo”.
E arriva il momento di dire basta. “Dopo 10 anni di grande impegno e soddisfazioni – spiega Renzo Lucarini – a malincuore sono costretto a dimettermi per ragioni di salute. Per fortuna, dopo qualche mese arrivò la telefonata di Zarelli che mi proponeva il ruolo di consigliere regionale al suo fianco. E così sono tornato in pista con l’entusiasmo e la passione di sempre”.
E infine il riconoscimento da parte del Coni. “Non me l’aspettavo – conclude Renzo Lucarini -. Sapevo che il mio nome era stato segnalato ma non credevo che la stella d’argento arrivasse così presto. Sono emozionato e commosso: questa onorificenza la dedico a tutti coloro che amano davvero il calcio e lo sport”.
La cerimonia è in programma alle 17 nella Basilica di San Pietro. Tra i premiati con stella d’argento al merito sportivo anche la società del Pianoscarano e Carlo Aronne, presidente provinciale del Cip (Comitato italiano paralimpico); stella di bronzo ad Alessandro Pica, delegato provinciale Coni di Viterbo.