Il dato certo è che anche quest’anno, senza dubbio, Gesù nascerà. Tra un bue e un asinello plasticosi. Una capanna accroccata a dovere. Giuseppe e Maria sempre attenti a vigilare. E poi Re Magi, pastorelli, fiumiciattolo e via dicendo. Ora, per accontentare un po’ tutti, il Messia verrà al mondo in mezza provincia. Ma ci si può passare sopra. Giacché, come dicono le nonne: “Lui sta ovunque”.
Quindi, breve carrellata dei vari presepi viventi sparsi in terra di Tuscia, e a macchia di leopardo. Felino che invece non sarà presente, va detto. Altrimenti si mangerebbe tre quarti dei visitatori. Meglio le mansuete pecore.
Si parte dal capoluogo. A Viterbo la natività va di scena a Villa Rosa, nel giardino. La mettono su i pazienti (chiamati così anche perché staranno fermi molto tempo). Rappresentazione statica invece a Santa Maria della Verità. Statica fino a un certo punto. Perché i Magi (non quelli del brodo, come direbbe Covatta), arriveranno a cavallo (il 6 gennaio). Frazioni: a La Quercia (26, 28 e 6) sarà occupata l’area verde in strada Respoglio. A San Martino (26 e 6) piazza dell’Oratorio e sagrato dell’abbazia Cistercense.
Provincia. Apre Tarquinia (26, 1 e 6), con ben trecento persone impegnate tra via dei Granari e piazza San Martino. Onnipresente Erode, i gladiatori invece sciopereranno il 26.
Chia spegne 29 candeline (poche in confronto alle 2014 di Gesù, ma comunque un buon risultato). Occhio però, perché presepe sarà, ma solo il 5 e il 6. Per un percorso che parte dalla chiesa di San Giovenale e si snocciola lungo diverse rovine etrusche. Precedenti al fatto, ok, ma di indubbio fascino.
Battesimo (mai termine fu più appropriato) a Montefiascone (26, 1 e 6). Debutto a Le coste, chiesa del Corpus Domini. Con tanto di bazar, forno (non a microonde), macina e prodotti tipici (che ci stanno da dio, per rimanere in tema). Colonna sonora affidata ai bimbi della compagnia “Il piccolo burlone”.
A Grotte di Castro (26, 28 e 6) occorrerà tirare lo sguardo verso l’area archeologica in località Fosso. A Vetralla (26 e 6) ci sarà anche la strage degli innocenti (non le macchine, sempre Giobbe). A Castiglione in Teverina si mangia pure (solo il 28) al ristoro del pellegrino. Zuppa, focaccia, ricotta, bruschetta, salsiccia e vino. Una magnata della madonna, insomma.
Segue Celleno (26) tra i vicoli e le piazzette di Castello Orsini. Con tanto di mostra a tema, l’undicesima. Fuochi e fiaccole poi a Civita di Bagnoregio (26, 27, 28, 1, 3, 4, e 6). La città morirà pure. Ma gli abitanti son belli vivi e piuttosto arzilli, a quanto pare.
Bolsena. Cento figuranti. In zona Castello, il 26 e il 3.
Chiude, ma non per ordine di importanza, Corchiano. Che è finito pure su Repubblica (quindi lo faranno fico forte). A Piansano infine dal vivo si è passati al finto. Però coi manichini dei negozi, truccati e in pose fashion. Favoloso poi il presepetto su tre livelli del chiavaro di piazza Fontana Grande, a Viterbo. Che uno passa per fare altre spese e lo becca lì, in vetrina (al posto del pappagallo e della vernice).