16112024Headline:

La riabilitazione pelosa di Giacomo Barelli

Giacomo Barelli e Leonardo Michelini

Giacomo Barelli e Leonardo Michelini

Aridatece Barelli? Cioè, veramente: aridatece Barelli? Ci dev’essere qualcosa di lisergico nelle bottigliette d’acqua che consegnano ai consiglieri comunali: quella non è Claudia leggermente frizzante, ma LSD fortemente sconvolgente, si prega di tenere lontano dai bambini, voto 2. Eppure giovedì scorso in consiglio comunale è toccato ascoltare anche questa: “Aridatece Barelli alla Cultura”, dicevano quei marpioni dell’opposizione. Sì, Barelli alla Cultura, Scirea libero e Collovati stopper, voto 10 e lode.

Dice: nostalgia canaglia di un assessore che appena un anno fa era visto come il peggio della squadra messa su dal sindaco Michelini (voto 5.5, stabile). Il Barelli poliedrico, che interpretava un sacco di ruoli: l’orso del luna park (da colpire senza pietà sperando che caschi nella tinozza), il capro espiatorio, il Cimabue (“Ne fa una e ne sbaglia due”, ma la definizione cattiva stavolta è di qualcuno della sua stessa maggioranza, voto 1.5), l’anello debole della catena. Lo sfotteva, la minoranza, anche in modo piuttosto becero, cavalcando l’orrendo Facebook (voto 0 spaccato), sfruttando il sempre disponibile sottobosco di quegli pseudo operatori culturali (voto 1) che dallo stesso assessore erano stati depotenziati, o respinti, o ridimensionati. E che sbavavano bile di vendetta.

Il festival delle luci di un anno fa

Il festival delle luci di un anno fa

Un gioco al massacro al quale non seppe far fronte neanche il partito di Giacomo, quella Viva Viterbo troppo debole da sola e troppo imbarazzata dalla veste istituzionale del suo leader Filippo Rossi (voto 4), presidente del consiglio e dunque uomo di garanzia per antonomasia. Ma quel che è peggio, alla fine tutta questa tiritera convinse anche lo stesso sindaco (o chi lo comanda via bluetooth) a cambiare le deleghe. Così a marzo il buon Jack fu spostato allo Sviluppo economico e al suo posto arrivò alla Cultura tale Tonino Delli Iaconi, boiardo d’Azienda (non è una parolaccia, voto 7.5), uomo per tutte le stagioni, ex socialista entrato in giunta in quota renziana, dicono.

Ora. Mentre Barelli sembra aver trovato requie nella sua nuova veste, con tante iniziative in cantiere e qualche risultato già in cassa, il problema è diventato Delli Iaconi. Che con le sue iniziative di Natale (voto 2 all’albero di Natale) non solo starebbe spendendo un sacco di soldi, ma non avrebbe neanche organizzato chissà quali spettacoli e avrebbe interpretato male il regolamento comunale (partorito all’epoca dalla maggioranza proprio in chiave anti-barelliana).

La minoranza urla: “Aridatece Barelli, era meglio il festival delle luci che la paccottiglia di quest’anno”.Vero, verissimo, e molto sommessamente ricordiamo che un anno fa, su queste colonne, si sostenevano le stesse cose: quel festival, per quanto migliorabile, è stato un tentativo straordinariamente coraggioso per una città gretta e criticona come Viterbo. E perciò, voto 9 postumo a LumInAria. Così come fu audace la mostra di Del Piombo e Stern, al netto di Sgarbi (voto 3, ci vuole un po’ di bromuro sotto l’albero).

Tonino Delli Iaconi

Tonino Delli Iaconi

Tuttavia è ancora più ridicolo rimpiangere oggi quello che è stato criticato in maniera feroce ieri. Vale per la minoranza, naturalmente. Vale per certa stampa voltagabbana (voto 2). Vale soprattutto per la maggioranza, che pure dall’interno ha sempre visto con estrema diffidenza – per non dire veleno – le iniziative di Viva Viterbo.

Che oggi sulla graticola sia finito Delli Iaconi (uno che non si fa certo rosolare e che è abituato a cavalcare i mari in burrasca), è frutto proprio dell’errore originale di Michelini, quando decise di scambiare le deleghe tra i due. Salvando sì il soldato Barelli, ma lasciando insoluta (e in incubazione latente) la questione della Cultura. Per risolvere un piccolo problema immediato se n’è creato uno più grande per il futuro. E complimenti vivissimi.

Il tutto, mentre ci sarebbero assessori imbalsamati, desaparecidos, in latitanza. Mentre ci sarebbero appetiti crescenti di tanti partiti e partitini che chiedono spazio. Mentre i gufi gufano (copyright, Beppe Fioroni, voto 7) Mentre ci sarebbero anche problemi più gravi da risolvere. Mentre bisognerebbe aspettare almeno la Befana per criticare Delli Iaconi e i suoi eventi. Mentre nessuno si degna di chiedere scusa – magari in privato, con molta umiltà e una pacca sulla spalla – allo stesso Barelli. Al quale è toccato il peggiore dei destini: essere stato riabilitato presto, troppo presto. Manco fosse un Pupo qualsiasi. E voto 6.

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