Due sconfitte consecutive in casa (Porto Sant’Elpidio e Luiss Roma) contro avversari oggettivamente abbordabili. E’ il bilancio recente della Ilco Viterbo, la cui stella in questi ultimi tempi brilla poco, nonostante il Natale alle porte. Due stop diversi nella forma, purtroppo identici nella sostanza. Ma nel match contro i marchigiani si vide una squadra abulica, scarsamente reattiva, tutt’altro che votata a quell’animo guerresco che dovrebbe essere la caratteristica fondamentale di chi, in primis, mira a salvarsi e che, per qualità tecniche, potrebbe aspirare anche a qualcosa di più. Contro gli universitari, che pure stavolta non hanno lesinato comportamenti incivili in campo e fuori (ultima perla: qualcuno degli ospiti ha pensato bene di espletare i propri bisogni corporali sul pavimento dello spogliatoio…) ben pochi sono i rimproveri sul piano del carattere e dell’animus pugnandi. Nonostante quel terzo quarto da tregenda (appena 3 punti segnati: roba che manco al minibasket…), la Stella Azzurra ha reagito fino ad impattare la contesa a poco meno di 8″ dalla sirena. Niente da fare: sull’azione finale la Luiss ha trovato il rimbalzo d’attacco e il canestro del definitivo 69-71.
E allora perché la sconfitta? Detto che l’arbitraggio è stato più che scadente e caratterizzato da una totale assenza di uniformità di giudizio (ma affermare che la colpa del ko è attribuibile solo ai direttori di gara, non è dire tutta la verità) e che la percentuale globale ai liberi è stata al di sotto del minimo sindacale, si sono dovuti anche registrare alcuni passaggi da sottoporre ad una serena riflessione. E’ stata proprio corretta la gestione di Marcante gravato di 3 falli dopo nemmeno 7′? Mandarlo in campo nel secondo quarto con la Ilco largamente in vantaggio è stato un rischio eccessivo, pagato con la quarta penalità e poi con la definitiva uscita per raggiunto numero di falli nella terza frazione: la conseguenza è che un uomo fondamentale è mancato proprio nelle battute decisive. E poi Cecchetti in campo per 40 minuti di fila senza un attimo di pausa ha provocato gli ultimi 10′ giocati in apnea dal pivot, in evidentissimo debito di ossigeno e palesemente stanco: perché non dargli un po’ di tregua magari utilizzando Rogani sotto canestro? In ancora con Chiatti a mezzo servizio, coach Cipriani ha optato per Rossetti play, togliendo così alla guardia la possibilità di dedicarsi con maggior cura al tiro: qualche minuto a Meroi poteva pure essere concesso senza che questo provocasse sconquassi inenarrabili. E infine la scelta di utilizzare Brunelli in marcatura su Kavaric era proprio indispensabile? Lo slavo in quei frangenti ha fatto praticamente quello che ha voluto.
Ecco, senza colpevolizzare nessuno, sono questi i punti su cui occorre un’attenta analisi. Intanto il campionato propone adesso due trasferte sulla carta proibitive: mercoledì prossimo a Palestrina e domenica 21 a Rieti, prima di chiudere l’anno al PalaMalè contro Rimini. Alè Stella,anche dalle sconfitte si può e si deve imparare.
La Luiss stavolta boccia la Ilco
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