16112024Headline:

La crisi non è affatto finita

Cassa Integrazione a livelli storici. Livelli allarmanti, preoccupanti, drammatici. In provincia di Viterbo, la cassa integrazione straordinaria e’ passata dalle 2.924 ore autorizzate di settembre alle 92mila di ottobre. Una crescita esponenziale.
E non va meglio in tutto il resto della regione.  Anzi, con oltre 100 mila lavoratori in cassa integrazione e un aumento mensile di circa il 180% delle ore autorizzate, il Lazio si colloca al primo posto in Italia nella classifica delle regioni con gli aumenti maggiori di cig.

Sono due gli aspetti principali che emergono dal rapporto Uil riguardanti la cassa integrazione nella Tuscia. Diminuisce quella ordinaria e aumentano quelle straordinaria e in deroga. Ciò significa che da un lato molte aziende hanno chiuso e non c’e’ più lavoro – questo indica la diminuzione della cassa integrazione ordinaria – dall’altro che la crisi non è affatto finita, avviandosi invece a diventare strutturale, colpendo in via definitiva sia le grandi che le piccole aziende, ossia quelle al di sotto dei 15 dipendenti: una polmonite violenta che si sta trasformando in bronchite cronica. Un dato devastante che viene fuori dall’aumento della cassa straordinaria (che fa riferimento alle grandi aziende) e da quello della cassa in deroga (piccole aziende). Ci aspetta quindi un periodo ancor più nero con un presente e un futuro lavorativo che rischia di essere caratterizzato da altri licenziamenti e altre aziende costrette a chiudere. Una situazione che spiega anche perché la provincia di Viterbo sia al 71mo posto in Italia nella classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita. E la spiegazione è semplice: la qualità della vita peggiora perché le persone vengono licenziate. La qualità della vita precipita perché il potere d’acquisto dei cittadini e’ annullato. La qualita’ della vita cade a picco perché c’e’ il rischio che alcune famiglie non abbiano più niente da mangiare.

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