Si chiama Jobs act. E si traduce in “incazzatura generale”. La nuova riforma del lavoro, appena passata in Senato, non convince affatto i vertici dei sindacati provinciali viterbesi.
Tuonano, come poi previsto, Cgil e Uil. Più morbido invece il pensiero Cisl. Che comunque non esulta, ma preferisce attendere sornione che dalle parole si passi ai fatti.
Fronte scontenti. “Non siamo d’accordo col blocco Renzi – apre il forum Giancarlo Turchetti, segretario provinciale Uil – hanno imboccato una strada sbagliata. Diametralmente opposta al dialogo che invece avrebbe dato altri frutti. Non sono stati affatto presi in considerazioni i pareri di chi, come noi, segue ogni giorno il dramma di troppa gente. Stiamo parlando di modifiche assurde, solo chiacchiere. Si rimanda tutto ai decreti attuativi. Ogni singolo cambiamento è effimero, avvolto nel mistero. C’è da rivedere l’economia. Siamo lontani anni luce”.
Di pari passo, come si diceva, marcia la Cgil. Che tra l’altro, proprio insieme a Uil, scenderà in piazza a manifestare il prossimo 12 dicembre, a Roma. “Un atteggiamento provocatorio e pretestuoso quello di Renzi – rimarca a ruota il pariruolo Carlo D’Ubaldo – Si dovrebbe vergognare. È come aver sete e comperare una bottiglia vuota. Un atto che non risolve nulla”.
D’Ubaldo tocca poi anche il lato politichese della faccenda. “Spero in una presa di coscienza da parte del Partito Democratico – spiega – questa vittoria di Pirro, da leggere in chiave strettamente personale (il riferimento è al premier, ndr) aumenta notevolmente la frattura col mondo che il Pd ha voluto ed è riuscito finora a rappresentare. Forse sono più importanti i finanziamenti e gli interessi dei finanziatori che gravitano attorno alla Leopoloda. Perché qui, incontro ai lavoratori non ci si va per niente”.
Cisl. “Valutiamo con calma – dice Fortunato Mannino – attendiamo l’effetto dei decreti attuativi. La frammentazione del mondo del lavoro è netta ed evidente. In provincia sono seimila i contratti a tempo indeterminato. A fronte di 27mila determinati e 12mila co.co.co. Vediamo se la manovra ci darà risposte utili in merito. E attendiamo una seria riforma per i centri dell’impiego. Riqualificare il personale in uscita sarà determinante. Insomma, misureremo i traguardi sugli atti”.