05112024Headline:

Il Sole boccia Viterbo, ma ci salvano i giovani

L'ospedale di Belcolle

L’ospedale di Belcolle

La certificazione ufficiale arriva dall’autorevole quotidiano della Confindustria: a Viterbo si vive peggio dell’anno scorso e taluni indicatori, in particolare, segnalano un deciso peggioramento che non può non preoccupare tutte le persone che hanno a cuore le sorti di questa terra. Intanto perdere tre posizioni in classifica generale rispetto al 2013 è impresa tutt’altro che meritevole. Significa che, sebbene alcuni indicatori siano in crescita, altre città hanno saputo far molto meglio tanto da annullare e superare Viterbo. Insomma si cresce poco e male. E con crescita non ci si riferisce soltanto ai fattori economici, ma anche al tempo libero, alla sanità, ai servizi, al grado di integrazione degli stranieri. Una serie di parametri, insomma, che non possono essere solo quantificati con il semplice metro del danaro.

Né può consolare il fatto che, a parte Roma, tutte le altre province laziali abbiano fatto peggio. Primeggiare nella seconda metà della graduatoria è una considerazione statistica che lascia il tempo che trova e può far piacere solo alle piccole menti di periferia che si aggrappano a tutto per poter continuare a dire che, tutto sommato, c’è chi sta peggio…

Ma ci sono alcuni dati, in particolare, che devono far riflettere. E tanto pure. I numeri relativi all’emigrazione sanitaria, cioè a chi sceglie di farsi curare in strutture provinciali al di fuori della Tuscia, è la cartina di tornasole di una situazione al collasso. Il 23% dei cittadini viterbesi se ne va da altre parti. Pare già di sentire la giustificazione: Roma (con alcune strutture di assoluta eccellenza) funge inesorabilmente da calamita. Il fatto è che ci si rivolge a presidi extraprovinciali anche per analisi o esami abbastanza di routine. Di fonte a liste d’attesa lunghe un anno e talvolta anche più, si sceglie di andare ad Orvieto (Terni), Terontola (Arezzo), Perugia, Grosseto e via discorrendo. Questa è la situazione e non c’era di certo bisogno della classifica stilata dal “Sole 24 ore” per averne contezza visto che i cittadini lo sanno perfettamente. La Asl adesso propone soluzioni tecnologicamente avanzate, ma non saranno sicuramente un sms o un whatsapp o una email ad accorciare le liste d’attesa.

Tra i fattori negativi il basso tenore di vita: il reddito pro capite è di appena 18.520 euro annui  (1500 euro al mese, insomma), la pensione media 904 (poco più della minima) mentre il patrimonio delle famiglie si colloca al 65° posto in Italia. Però, spirito di iniziativa (imprese registrate a settembre 2014 ogni 100 abitanti) e imprenditoria giovanile (imprenditori fra i 18 e i 29 anni ogni mille abitanti) regalano posizioni elevate: rispettivamente il posto numero 14 e 12. Ecco, proprio da questi ultimi parametri conviene ripartire in un quadro in chiaroscuro in cui i toni grigi e talvolta neri prevalgono decisamente su quelli accesi e allegri. Ci sono ragazzi che si sono messi in gioco e che hanno voglia di fare e di rischiare. Loro che rappresentano il futuro di questa terra ci stanno provando. Possiamo fare in modo che le loro imprese, le loro idee, i loro desideri crescano e si rafforzino? E’ la scommessa non solo per salire nella graduatoria della qualità della vita, ma soprattutto per poter sperare in un futuro meno nebuloso.

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