Nell’attesa che qualcuno ci pianti l’albero di Natale (ognuno ha i suoi tempi), quantomeno hanno levato i carciofi e ci hanno messo merce meno bucolica e agreste. Lo spazio in questione è la cosiddetta piazza del Comune. I carciofi in questione invece sono quelli che troneggiavano la scorsa fiera dell’Annunziata (sì, a Viterbo i turisti si attirano così, coi Coldiretti-contenuti). La novità infine, e qui viene il bello, l’ha portata la Cna. E si chiama “Natale, gusto artistico”. Manifestazione semplice nei contenuti (72 ore in tutto) ma promossa a pieni voti nei risultati. Giacché sotto i portici di palazzo dei Priori ci sono finiti i prodotti made in Tuscia. Nel weekend della Madonna (che non è un’esclamazione, ma il periodo di feste che gravita intorno all’8 di dicembre) la città dei Papi è stata presa letteralmente d’assalto. In diversi pertanto hanno passeggiato & acquistato, e (scopo ultimo ma non meno nobile) concesso un po’ di respiro alle aziende locali.
Non solo: “Un’occasione di promozione per le imprese e per il territorio, un’iniziativa da ampliare”, esordisce così la massima esponente Cna di zona, Luigia Melaragni. “Tre giorni molto intensi – prosegue – E questa è solo la prima edizione. Vogliamo andare avanti, migliorarci, potenziare e coinvolgere sempre più imprese”.
Soddisfatto del tutto anche Ermanno Fiorentini, presidente dell’associazione provinciale panificatori e pasticceri. “Una soddisfazione immensa – spiega lo stesso – per la grande affluenze, non solo dei viterbesi, ma anche di molti turisti provenienti da fuori. Ci hanno fatto visita persone giunte da Roma, dalla Toscana, dalla Campania e anche stranieri. Insomma, mettere in mostra, in un contesto simile, il nostro miglior artigianato, è stata una mossa vincente”.
E non solo. Perché grazie ai soldini in più che sono entrati, si è potuta fare pure un pizzico di beneficenza. “Vogliamo ringraziare il Comune, che – aggiunge la segretaria Melaragni – ha messo a disposizione uno spazio tanto importante. Ricordiamo poi che una parte del ricavato andrà alla Caritas”.
Ma cosa ci stava sui banchi al posto di arance e finocchi? Rilegature, manufatti in legno, ceramica e pietra, pasticceria, birre artigianali, salumi, prodotti da forno.
“Senza dubbio si è imboccata la strada giusta – chiude la coppia – Ora non resta che migliorarla”. E un alberello addobbato al centro della piazza sarebbe già un segnale positivo (se dato in tempo).