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Gli incredibili numeri del Cubo festival

gli artisti di strada del Cubo

Gli artisti di strada del Cubo

Numeri da Cubo. E non da in-cubo. Si è appena chiuso il poliedrico festival culturale di Ronciglione, ed è già tempo di tirate le somme, calcolatrici alla mano. Innanzitutto per quattro giorni il delizioso borgo alle porte di Roma è stato preso d’assalto da più di cinquemila visitatori. Ventidue invece risultano le location utilizzate, destinate ai sessantatre (sì, ben 63) spettacoli sparsi a macchia d’olio. Diecimila euro (scarsi) i soldi spesi in totale. Elaborando questi ultimi due dati si evince che ogni singolo evento è costato, chiaramente trattasi di una media, appena centocinquanta carte (grossomodo). Miracolo. E ancora. Un flash mob, ma stupendo. Con la banda che ha attaccato una performance di piazza con un solo musicista, per poi arrivare a sessanta elementi, apparsi dalle finestre, sbucati dai vicoli… Ottocento invece i ragazzi (elementari, medie e liceo scientifico) che hanno invaso la giornata a loro dedicata. Ben trecento di loro (tra i 17 e i 30) hanno assistito alle presentazioni dei progetti messe su dal Forum giovani. Autentico cuore pulsante del pacchetto. Venticinque le associazioni che hanno collaborato. Duecento, in totale, le persone del posto impegnate.
Trecentosessantadue, infine, i giorni che mancano al prossimo Cubo. “Dopo il debutto dello scorso anno serviva una conferma – dicono a braccetto gli ideatori, Italo Leali e Alessandro Vettori – Quando non sei una novità te la rischi forte. Siamo stanchissimi, ma profondamente soddisfatti. Nonostante gli incessanti acquazzoni abbiamo registrato il pienone. La cosa piace”.

Il direttore artistico Alessandro Vettori presenta una conferenza

Il direttore artistico Alessandro Vettori presenta una conferenza

E quindi toccherà rifarla. “Chiaro – proseguono i direttori – Migliorando la logistica e i percorsi. Ma, sopra ogni altra cosa, i contenuti”. La rassegna di corti “due minuti in provincia” ha raccolto venti mini pellicole (con scene di vita quotidiana) in pochissimo tempo. Ottimo risultato. Al punto tale che si proseguirà con la cinepresa nelle scuole.
Pezzi da novanta come De Luca e Grasso hanno già chiesto di tornare. Si vocifera anche che l’artista Stefano Cianti stia preparando un qualcosa da guinnes. Spunta infine, tra le altre mille cose in cantiere, l’idea di spegnere tutte le luci e proiettare con quaranta apparecchiature specifiche installazioni poetiche sociali (notturne) ovunque.

Il teatro Petrolini preso d'assalto dai bambini

Il teatro Petrolini preso d’assalto dai bambini

“Diciamo che stiamo già programmando – chiudono Vettori e Leali – di idee non ne mancano e si punta al grande salto. Ringraziamo però Mirko Gerunzi e Alessia Leali per il supporto indispensabile. L’Istituzione teatro e, di cuore, l’Istituzione musica, con banda cittadina allegata”.
E se Vettori si è già rituffato nel suo fare cultura quotidiano, Leali ha appena chiuso la scaletta del primo “Tuscia gospel festival”, a braccetto col rinomato cugino di Roma. L’ennesima rassegna (epicentro a Viterbo), destinata a produrre turismo e a valorizzare il territorio. Se ne saprà di più in settimana.
Chicca di chiusura. Delle cinquemila presenze, più della metà non parlavano viterbese. Gli alberghi hanno lavorato. I ristoranti e i bar pure.
Bene, bravi, tris.

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