Tutto sommato forse stavano meglio nelle mani dei ladri. Magari posizionati sopra al camino di qualche magnate straniero. O a coprire il buco lasciato dal calendario 2012, di lato al frigorifero. Già, perché le dodici tavole (non della legge, ma recuperate dalla legge) sequestrate dai carabinieri in Umbria e riconsegnate al Comune di Viterbo, non è che se la passino proprio bene. Stanno li, a piazza Crispi, in un’ala del museo civico (fredda fredda) riposte dentro custodie a dir poco fatiscenti.
“Li abbiamo notati durante un sopralluogo insieme alla commissione Cultura della Regione – dice Gianluca De Dominicis, consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle – sono affreschi importanti. Che in ottica di rilancio della struttura, giacché da poco è stata riaperta, potrebbero rappresentare anche un’attrativa in più, un volano mediatico. L’arte che ritorna a casa, insomma. Ed invece dormono nel dimenticatoio”.
O meglio. Laddove la ristrutturazione non è ancora avvenuta. Quindi non visibili dai comuni mortali, che potranno comunque magari mirarli in futuro (dopo i consueti tempi biblici). Ma principalmente, la sala VI, dove poi era ubicata la pinacoteca, è gelida. “Non solo – prosegue il portavoce dei grillini in città – sono confezionate male. In rettangoli di legno inadatti. Abbiamo chiesto un parere ad un tecnico, ha alzato gli occhi piuttosto perplesso. Sia per le dimensioni degli imballaggi, che per la loro effettiva capacità di contenere le opere durante il tragitto. Non c’è neanche la struttura intorno di alluminio. Andavano prese precauzioni che, ad occhio e croce, non sono manco passate per la testa del corriere”.
E poi ci sta la ciliegina sulla torta. Quanto sarebbero costate due manciate di cavalletti per sorreggere il bottino recuperato? Troppo. A quanto pare. “Il dato più allarmante degli altri è che sono stesi al suolo. Cavolo, almeno a metterli dritti non credo ci voleva poi così tanto”. E quindi eccoti pure l’umidità ad entrare in gioco…
Sarà mica che i grillini non hanno capito che si tratta di un’opera concettuale? “Non ne sappiamo molto di arte – chiude De Dominicis, sorridendo – proprio per questo abbiamo chiesto a chi di dovere. Ora la seconda domanda va all’amministrazione però. Quando si prenderanno provvedimenti a riguardo?”.