Rivincita, perché questo è anche uno sport di rivincite. Conferme, perché nella boxe se non ti ripeti nella vittoria sei finito, fallito, fregato. Grande spettacolo, perché al margine dell’incontro clou – Di Luisa contro Cocco, in palio il vacante titolo dei pesi supermedi dell’Unione europea – c’è tanta carne al fuoco, anzi sul ring.
Stasera, che sera, al palazzetto dello sport di via Dante Alighieri a Fabrica di Roma, operosa cittadina (si diceva una volta) che ambisce “a diventare capoluogo provinciale del pugilato”, come dice il sindaco Mario Scarnati. “Fabrica di Roma, perché qui abbiamo incontrato gente seria, persone vere, che ci hanno messo a disposizione tutto ciò che volevamo”, ricama Salvatore Cherchi, il manager (di Di Luisa e di altri pugili di scena stasera, dalle ore 20). Non soldi, cioè, ma servizi, accoglienza e disponibilità, merce rara che oggi si può trovare soltanto nei paesi, mentre nelle città “le promesse spesso non vengono mantenute”, aggiunge il titolare di Opi2000 insieme al supporto viterbese Carlo Gobbino. E ogni riferimento a Viterbo non è puramente casuale: tra l’organizzazione e Palazzo dei priori si è rotto qualcosa dopo la serata di due mesi fa. Peggio per la città dei papi, comunque, visto che stasera saranno in molti gli sportivi gialloblu in trasferta (15 euro il biglietto per la tribuna, 25 il bordoring, con il 20 per cento dell’incasso destinato all’associazione fabrichese San Matteo e alla Caritas: complimenti per il gesto) e che la riunione sarà trasmessa in leggera differita (ore 23.45) anche da Italia Uno.
Ma parliamo di boxe. Di Luisa e Cocco si scontrarano già nel 2010, per il titolo italiano: Andrea, napoletano di nascita e viterbese d’adozione, sbrigò la pratica in appena 41 secondi di combattimento, con un micidiale colpo. “Ma da allora Cocco è cresciuto molto”, convengono tutti. E con una posta in palio di caratura continentale le motivazioni potrebbero fare la differenza. Ma questo vale pure per Di Luisa, al quale prudono ancora le mani per il mancato match del 28 settembre scorso – proprio al PalaMalè di Viterbo – contro Diego Velardo, il quale fece (non si sa se per viltà, come Celestino V) il gran rifiuto, non salendo sul ring e consegnando ad Andrea la cintura di campione italiano. “Sono carico, sarà un bell’incontro. In bocca al lupo al mio avversario”, dice stasera nello stanzone surriscaldato dell’hotel Aldero di Civita Castellana, per le operazioni di peso. E che sarà un incontro equilibrato lo dimostra anche il responso della bilancia: 75 chilogrammi spaccati per entrambi i pugili.
Nei sottoclou, spazio per i talenti dell’Opi2000: da Mirko Largetti all’ex campione europeo Devis Boschiero, Emanuele Blangamora e Vladimir Gurau. Ma in chiusura la cosa più divertente la dice il sindaco Scarnati: “Ah, il pugilato. Che sport nobile e antico: quando ero giovane facevo il tombarolo, lo posso dire perché oggi il reato è prescritto. Una volta scoperchiammo una tomba e dentro trovammo delle borchie di bronzo, quelle che usavano gli antichi pugili romani per tenere i guantoni. All’epoca non avevo una lira: le rivendetti subito”. Gong, il primo a vincere l’incontro è il sindaco Scarnati: per ko da risate.