Questa faccenda della differenziata a Viterbo comincia davvero a stancare. Le innumerevoli e del tutto giustificate polemiche al momento della partenza delle novità sembrano essersi momentaneamente sopite. D’accordo, c’è un nuovo assessore che si occuperà direttamente della materia e dunque c’è bisogno di tempo prima di poter apprezzare sensibili miglioramenti. Nelle more, vale la pena chiedersi perché le cose non abbiano ben funzionato e i motivi che hanno generato tante proteste.
Intanto va subito messo in chiaro che la raccolta differenziata si poggia su due pilastri fondamentali: l’efficienza del servizio e la collaborazione operativa dei cittadini. L’una sostiene e alimenta l’altro. E se uno dei presupposti essenziali collassa, anche l’altro inevitabilmente ne risente. Dove ha fallito miserevolmente l’assessora Saraconi, tanto da essere sollevata di peso dall’incarico e destinata ad altra funzione? Essenzialmente nell’informazione e nell’azione di convincimento. L’avvio del nuovo servizio è stato ed è tuttora vissuto come un’imposizione calata dall’alto che non ha conseguenze reali nel sul piano ecologico, né su quello economico. Le novità sono partite ormai da diverse settimane, ma la differenziata continua a non decollare come dimostrano i cassonetti dell’indifferenziata stracolmi e quelli dell’umido desolatamente vuoti. Insomma è tutto più o meno come prima. E’ di tutta evidenza che consegnare qualche depliant qualche giorno prima per spiegare come differenziare e quando conferire i rifiuti, insieme ai contenitori per l’umido non è bastato. E non basterà mai se non si comincia una seria e capillare azione informativa verso i cittadini, spiegando con dovizia di particolari e ricchezza di esempi perché è conveniente separare i rifiuti. Magari sarebbe anche utile andare nelle scuole dove, attraverso semplici e poco costosi meccanismi premiali, educare i più piccoli in modo da farli diventare ambasciatori di comportamenti virtuosi nelle rispettive.
L’altro fondamentale aspetto è la qualità del servizio. Già il fatto che ai piani di Palazzo dei Priori si sia parlato, neppure a bassa voce, di rescissione contrattuale dimostra che l’operato di Viterbo Ambiente non ha convinto. Certo, non si potranno addebitare colpe all’azienda incaricata della raccolta se qualche maleducato (che purtroppo non manca mai) butta i rifiuti per strada. Altrettanto sicuramente si dovrà chiedere conto al gestore se, dopo opportuna segnalazione, non si interviene per tempo. Esistono gli strumenti legali per mettere sotto pressione Viterbo Ambiente e di certo il contratto a suo tempo stipulato prevede anche la rescissione in caso di inadempienze gravi. La verità è che bisogna controllare con serietà e severità chi raccoglie e chi conferisce i rifiuti. Già perché anche il cittadino che deposita a tutte le ore e/o nei giorni non consentiti deve essere sanzionato. Al pari di chi parcheggia in divieto di sosta.
Ma mentre a Viterbo si stenta ad avviare una differenziata veramente efficace, in altre città italiane (non in Finlandia) sono già un pezzo avanti: isole ecologiche interrate, tessere magnetiche per ogni famiglia per verificare puntualmente quanti rifiuti realmente si producono in modo da modulare la tariffa su dati concreti e non su ipotesi. Ecco, assessore Vannini, forse è il caso di cominciare a pensare al futuro. Che da altre parti è già cominciato.