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Che fine ha fatto il wi-fi a Palazzo dei priori?

Foto d'obbligo per la bella mostra Sacro e profano: inviarle però sarà costoso, senza wi-fi

Foto d’obbligo per la bella mostra Sacro e profano: inviarle però sarà costoso, senza wi-fi

Il giorno di Natale, sono quasi le sei e mezza di sera. Qualche ritardatario sale in fretta le scale di Palazzo dei priori per concedersi una mezz’oretta per godersi la prima sezione della mostra Sacro e profano (chiude alle 19). Due tedeschi invece scendono: l’hanno appena vista. Capelli bianchi, nel pieno della sessantina, smartphone in mano modi cortesi e un italiano passabile.

Domanda: “Ma perché qui il wi-fi non funziona?”. Risposta: carissimi herr und frau, è una gran bella domanda alla quale però è difficile rispondere. L’unica cosa è chiedere scusa a questi due signori che probabilmente avrebbero voluto spedie un selfie (o una foto dei quadri, o dei meravigliosi interni) ai nipoti in Bassa Sassonia, o magari postare una loro foto romantica su Facebook senza ricorrere alla connessione del cellulare, che dall’estero costa un patrimonio (e non è colpa dello spread).

In effetti la connessione pubblica del Comune di Viterbo non va. O meglio: la rete c’è, viene rintracciata dai cellulari e dai tablet che si trovano a Palazzo dei prori, ma non funziona. Non consente né di navigare in Internet né di accedere a quei servizi che richiedono una connessione, tipo Whatsapp. La situazione è così ormai da diversi mesi, e lo sa benissimo chi frequenta le sedute del consiglio comunale: gli organizzatori della mostra non c’entrano assolutamente nulla. Anche il nuovo assessore Andrea Vannini, nel giorno del suo esordio sui banchi della Giunta, s’era accorto del problema quando aveva cercato una connessione senza fili per il suo computer portatile. Benvenuto, assessore: qui le cose vanno così.

A chiedere in giro pare che la vecchia convenzione con il provider che forniva il servizio sia scaduta, e che non si sia ancora provveduto a rinnovarla. Forse per mancanza di fondi o forse soltanto per pigrizia. Sono spariti anche i cartelli che indicavano la copertura. E dire che si trattava di un’ottima rete, che da qualche tempo aveva anche tolto la registrazione obbligatoria, e dunque chiunque poteva collegarsi con un semplice passaggio sul cellulare, senza essere costretto a fornire dati personali. Tutto troppo bello, tutto troppo comodo.

Oggi la rete non funziona più. Chi frequenta il Comune per ragioni di lavoro (che sia consigliere comunale, amministratore o giornalista) ci si è abituato. Il problema è spiegarlo ai turisti, quelli che coi loro scatti, i video, i post sui social network potrebbero fare una pubblicità clamorosa (e virale, e gratuita) sia alla mostra di questi giorni, sia all’antico palazzo, sia alle altre bellezze della città.

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