Citazione biblica: “E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che si riesca a tenere aperta Villa Lante nei giorni festivi”. Eppure sembrava questione risolta: prime le polemiche, poi l’intercessione (vera o presunta) del ministero dei Beni artistici e culturali, infine l’accordo con la Pro loco di Bagnaia per assicurare il personale, volontario, che avrebbe tenuto spalancati i cancelli del gioiello architettonico anche nei giorni a rischio, quelli festivi. E invece no. Il primo e il secondo giorno di novembre la Villa è rimasta chiusa, facendo scandalizzare – giustamente – chi si era illuso che la faccenda fosse sistemata una volta per tutte e suscitando la reazione rassegnata da parte del Comune di Viterbo, spiazzato da questa bruttissima sorpresa.
“La burocrazia ha colpito ancora”, ha detto il sindaco Michelini sconsolato. Per poi precisare le ragioni della mancata apertura, ragioni – s’intuisce – non imputabili alla stessa amministrazione da lui guidata: “La mancanza di personale dipendente della Soprintendenza non consente di poter garantire l’apertura della Villa per l’intera giornata festiva”. Bene. Cioè, male. E i volonterosi ragazzi della Pro loco, che fine hanno fatto? “La soluzione, adottata con successo in questi ultimi mesi, purtroppo non è più possibile proseguire con questa modalità”, taglia corto il primo cittadino. Il perché è presto spiegato: la Soprintendenza non riesce a mettere a disposizione neanche il numero minimo di dipendenti (ai quali dovrebbe pagare comunque gli straordinari per il lavoro festivo, e qui sta il busillis) che poi dovrebbero essere integrati dai volontari locali.
Morale della favola: salvo colpi di scena Villa Lante resterà chiusa almeno mezza giornata nei giorni festivi. La battaglia che inizialmente sembrava vinta è perduta, altro che Piave (che pure si festeggia in questi giorni), questa è una Caporetto. Ma Michelini non si rassegna a passare alla storia come Cadorna, e ambisce ancora a trasformarsi in Diaz. Come? Chiamando il soprintendente ai Beni architettonici e paesaggistici Giorgio Palandri, nella speranza che sia una telefonata ad allungare la vita – cioè l’apertura festiva – di Villa Lante.