Un nuovo spettrometro di massa, più preciso, più sensibile, più all’avanguardia, con un costo superiore a 400.000 euro, arriverà entro la fine dell’anno al Dipartimento di Scienze Biologiche ed Ecologiche dell’Università della Tuscia.
Nel laboratorio di Proteomica diretto da Lello Zolla, docente di Biologia Molecolare, dove si effettuano studi finalizzati a tutto, dall’estetica alla medicina, ce ne sono già sei. Lo spettrometro di massa è una “bilancia” elettronica in grado di rilevare la massa delle sostanze chimiche (proteine, metaboliti frammenti di DNA etc.) e quindi la loro identificazione. Con tale tecnica si possono conoscere il numero e il nome dei componenti chimici presenti in un sistema biologico, sia esso una cellula, tessuto, sangue, urine o altro.
Cosa si fa con gli spettrometri praticamente? Nel laboratorio del professor Zolla vengono utilizzati per vari scopi. In ambito estetico, per esempio, presso il laboratorio, gli spettrometri vengono usati per studiare i capelli provenienti dall’India e acquistati da una delle più grandi aziende del settore di tutta Italia che si trova proprio nella Tuscia. Serve per capire se i capelli siano stati o meno trattati. Se sono stati trattati, infatti una volta impiantati come extension, non possono più essere colorati.
Ma gli usi degli spettrometri sono numerosi: viene anche utilizzato per studiare il sangue. Proprio nel laboratorio di Zolla è stato scoperto che il sangue può essere conservato per massimo quindici giorni, dopo tale tempo diventa tossico per il soggetto che lo riceve. Secondo la legge europea, può essere conservato invece fino a 42 giorni ed essere utilizzato. In America, dove la tesi della tossicità è stata subito accolta, già stanno provvedendo a cambiare la legge. Sì, perché al laboratorio del Deb di Viterbo vengono commissionati studi da tutto il mondo. Uno di questi aveva come obiettivo quello di introdurre durante le Olimpiadi del Brasile un test capace di riconoscere nel sangue degli atleti l’aggiunta di sangue autologo (doping molto usato dai ciclisti).
Dall’estetica, allo sport, alla medicina, gli spettrometri sono il vero progresso: permettono anche, attraverso una specifica analisi delle urine, di diagnosticare l’autismo nei bambini già dai primi anni, cioè molto prima di quanto sia possibile farlo attraverso segnali comportamentali. Non è finita: lo spettrometro può essere utilizzato per determinare nelle urine metaboliti che preannunciano la preparazione dell’utero al parto (doglie) e permettere un ricovero preventivo. O per identificare i batteri presenti in un liquido o solido biologico e che possono aver provocato malattie e farlo in tempi brevissimi (gli studi di laboratorio che si facevano una volta richiedevano molto più tempo quindi il rischio era quello di scoprire la causa troppo tardi).
Si fanno anche studi in ambito medico per la ricerca sul cancro e studi sul bestiame e le produzioni animali. Ovviamente non basta avere una strumentazione così raffinata, serve anche saperla usare. Buona parte gli studenti e i dottorandi del professor Zolla, vantano questa caratteristica. Questo li rende particolarmente richiesti in ambito lavorativo. Un numero sempre più elevato di industrie, strutture ospedaliere si stanno attrezzando con spettrometri di massa.