Si chiama Fast track o, più scientificamente, Eras (Enhanced Recovery After Surgery): in italiano “Percorso veloce”. È un protocollo che l’ospedale di Belcolle ha adottato da tempo con l’obiettivo di ridurre, nei pazienti operati per tumori maligni dell’apparato digerente, in particolare del colon e del retto, le complicanze postoperatorie e la mortalità a 30 giorni dall’intervento, senza ricorrere a nuove e costose tecnologie.
Un obiettivo che, secondo un’evidenza scientifica ormai affermata a livello mondiale, si può raggiungere accelerando i tempi di recupero, attraverso l’interdisciplinarietà e semplificando tutto ciò che può essere semplificato. “Perché la chirurgia più è semplice, meglio è”, sostiene Raffaele Macarone Palmieri, direttore dell’unità operativa di Chirurgia generale di Belcolle che, nel 2013, è stata inserita dall’Agenzia di sanità pubblica del Lazio tra i 10 reparti con maggior volume di attività (casi operati) in chirurgia oncologica del colon e del retto, sugli 84 centri presenti nel territorio regionale. “E il numero degli interventi – prosegue Macarone Palmieri – è destinato a crescere nel 2014 grazie all’attivazione nella nostra Asl del programma di screening per il cancro colorettale diretto da Silvia Brezzi e coordinato da Roberto Faggiani, direttore di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva”. Belcolle, d’altra parte, è da tempo presente in un programma nazionale di ottimizzazione del recupero post-operatorio del paziente chirurgico operato per tumori maligni del colon e del retto. “Un impegno – afferma Macarone – che abbiamo preso grazie al convinto entusiasmo di Pietro Vecchiarelli, direttore della Rianimazione, capofila del progetto successivamente da me condiviso”.
Ma in che cosa consiste il cosiddetto protocollo “percorso veloce” Fast track in chirurgia digestiva?
“Nel Fast track – spiega il direttore della Chirurgia generale viterbese – gli interventi complessi di chirurgia dei tumori maligni digestivi vengono accompagnati da un uso ridotto di antibiotici, fleboclisi, sondini naso-gastrici, cateteri vescicali e drenaggi spesso inutili. Perché tutto ciò che in chirurgia è inutile è dannoso”. I pazienti a Belcolle vengono mobilizzati l’indomani dell’intervento utilizzando, nei casi più impegnativi, i terapisti della riabilitazione del servizio ospedaliero diretto da Sandro Zucchi, bevono già la sera dell’intervento e cominciano ad assumere alimenti liquidi quasi immediatamente, se li sopportano. “Inoltre – aggiunge Macarone – i sondini naso-gastrici non vengono più utilizzati, i cateteri vescicali vengono lasciati solo per la notte dell’intervento, i drenaggi nell’addome per poche ore. Praticamente rimettiamo in discussione tutti i dogmi della chirurgia del secolo scorso. Naturalmente un semplice bicchiere d’acqua zuccherata è meno spettacolare di un nuovo laser, o di un robot la cui indispensabilità è, in chirurgia digestiva, solo di vetrina. È meno spettacolare, ma funziona. ”.
L’impegno del servizio di Anestesia, diretto da Alberico Paoletti, con le anestesie peridurali sistematiche in chirurgia oncologica del colon e del retto, inoltre, farà fare l’ulteriore e definitivo passo in avanti al programma ERAS. “È un lavoro di squadra quello che mettiamo a disposizione dei nostri pazienti – conclude Macarone Palmieri -. Perché la chirurgia ‘veloce’ incoraggia i chirurghi, i medici e gli altri operatori sanitari in genere ad abbandonare le pratiche dettate dall’abitudine per quelle basate sull’evidenza scientifica e sul coinvolgimento dei pazienti, prima e dopo l’intervento, attraverso la tenuta quotidiana di un giornale di bordo”.