“Si decidono le sorti della sanità viterbese senza nemmeno consultare i sindacati dei lavoratori, senza neanche dare spazio alle legittime richieste dei cittadini. È quanto accaduto in occasione della discussione dell’Atto aziendale della ASL di Viterbo. Una scelta fatta dal commissario straordinario Luigi Macchitella. Una scelta grave e senza precedenti. Un problema di cui discuteremo subito con le nostre categorie della funzione pubblica e dei pensionati, e che solleveremo di fronte al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, per chiedere le dovute spiegazioni”. A dichiararlo sono i segretari generali di Viterbo di Cgil, Cisl e Uil, Carlo D’Ubaldo, Rosita Pelecca e Giancarlo Turchetti.
“Uno schiaffo in faccia a lavoratori e cittadini che sono i primi interlocutori del sistema sanitario – proseguono i sindacati – Un gesto voluto fino in fondo, sia perché la convocazione delle organizzazioni sindacali è un atto dovuto, sia perché – nonostante fosse un atto dovuto messo nero su bianco – il 5 novembre abbiamo inviato lo stesso richiesta di convocazione. Anche se si chiama Azienda Sanitaria, il dottor Macchitella dovrebbe sapere che la sanità non è un’azienda come un’altra che il Commissario può gestire a proprio piacimento escludendo le parti sociali. E dovrebbe saperlo – sottolineano Cgil, Cisl e Uil – anche perché quello che è accaduto la settimana scorsa a danno di cittadini e lavoratori, di solito non accade neanche in un’azienda privata che solitamente rispetta le relazioni sindacali perché è ben cosciente del ruolo di rappresentanza che rivestono. Un ruolo – è sempre bene ricordarlo – costituzionalmente sancito, come il diritto alla salute e ad un sistema sanitario efficiente e adeguato alle esigenze e ai bisogni di tutti. Un diritto sacrosanto che coinvolge cittadini, lavoratori e pensionati. Un diritto tale e quale al diritto di essere rappresentati e di sapere quali decisioni verranno prese prima che siano prese. Per poter esprimere il proprio punto di vista, il punto di vista di chi lavora e vive ogni giorno sulla propria pelle gli effetti della crisi economica”.
“E il risultato di tutto questo – concludono Carlo D’Ubaldo, Rosita Pelecca e Giancarlo Turchetti –è che ad oggi ancora non sappiamo come il signor Macchitella vuole strutturare la sanità viterbese e cosa si è detto con i suoi interlocutori. Cosa vuol fare di Belcolle e degli ospedali periferici? Belcolle diventerà Dea di secondo livello? A che punto siamo con le liste d’attesa, tema fondamentale sul quale abbiamo pure siglato un accordo con la Regione Lazio? Tema fondamentale sul quale ancora non siamo stati ancora convocati dal Commissario? Domande cui ci piacerebbe avere una risposta a stretto giro”.