Una volta si stava davanti al telefono nella speranza che chiamasse quel presentatore televisivo. Domandina facile facile, risposta immediata, e soldi garantiti. Ora invece si alza la cornetta pregando che sia la Asl. Poiché l’azienda sta via via contattando mezza provincia. “Signora, la sua visita prevista per febbraio è stata anticipata a novembre”. Miracolo. Verrebbe da dire. Finalmente le cose funzionano. Ma poi spunta lui, il consigliere regionale Daniele Sabatini. E in quattro e quattr’otto si ricade nel baratro. “È ora che Macchitella spieghi bene come stanno le cose – tuona – altro che tempi stretti, sotto c’è del marcio”.
Cosa? “Con la delibera 1018 dello scorso 6 novembre la stessa Asl abbandona il pubblico in favore del privato – prosegue – attraverso una convenzione. Fin qui nulla di male, se non fosse però che alcuni servizi verranno erogati, e dentro gli ospedali che tutti conosciamo, da un’associazione”.
In che senso? Uno va al Belcolle con un’unghia incarnita, e magari si ritrova qualcuno della sottocultura viterbese a medicarlo? Con di fianco Antonello Ricci che decanta l’Urcionio? “Si tratta di un’associazione di promozione sociale – parla ancora il volto Ncd – la quale avrà piena responsabilità di quanto andrà a fare”.
Praticamente ad Acquapendente, Tarquinia e Civita Castellana qualche associato si dedicherà a risonanze, tac, mammografie ed ecografie. A San Martino tutto questo più la nucleare. A Montefiascone solo le ecografie. “In chi si imbatteranno gli ammalati? – aggiunge ancora Sabatini – non voglio entrare in merito al discorso legato alle professionalità e all’esperienza, ci mancherebbe. Ma se si va in una struttura pubblica, è perché ci si vuole far curare da un dottore, o comunque da un professionista, che ha superato un concorso e lavora lì. Qui invece si pensa di andare in un posto del genere, e dentro ci lavorano privati”.
Mica male. E chi li paga? “Ma naturalmente la Asl stessa – rituona – 24 mila euro per 45 giorni di prova. Capisco il blocco delle assunzioni e le difficoltà varie, ma non era meglio rivolgersi ad una società con scopo di lucro. In ambito associativo non si dovrebbe far cassa e di norma i contratti sono sempre di precariato. È assurdo, gravissimo”. In ogni caso l’associazione ha già operato sul pezzo. Al San Camillo Forlanini di Roma (struttura, dice l’uccellino, assai vicina al commissario straordinario Macchitella).
E come si chiamerebbero questi? “Io ho fatto il mio – chiude l’hombre de la Pisana – e ritengo più opportuno soffermarmi sulla mancata comunicazione. Sulla presunta evoluzione dell’apparato, che si e’ poi tramutata in bufala. E sulla mia totale sfiducia nella classe politica. Spero che istituzione e direzione Asl facciano un passo indietro”.
Ah, giusto per, l’associazione è la “Sviluppo e progresso in sanità sps”, capitolina.
E in bocca al lupo.