Tanto rumore – tanta attesa – per nulla, o quasi. Almeno a sentire il resoconto del vicepresidente della Provincia Paolo Equitani sul consiglio provinciale aperto, a tema acqua, che si è svolto lunedì alla presenza dell’assessore regionale Fabio Refrigeri. “Attendevamo risposte, ma non le abbiamo ottenute”, dice gelido Equitani.
La storia è nota, quanto gli enormi problemi del sistema idrico della Tuscia. Dalle assemblee dell’Ato (Ambito territoriale ottimanale) puntualmente disertate da buona parte dei sindaci dei territori, alla marea di debiti che sommerge la Talete, società pubblica dii gestione del servizio. Temi che da anni vengono ribaditi ad alcuni amministratori e che ultimamente lo stesso presidente della Regione Zingaretti aveva promesso di “prendere di petto” nei prossimi mesi.
Proprio in attesa dell’incontro ufficiale con Refrigeri (che dal canto suo aveva già partecipato ad un incontro preparatorio, coi sindaci solo del Pd, che aveva fatto stranire non poco i vertici di palazzo Gentili), l’ultima riunione dell’Ato era stata sospesa: “Perché contavamo di avere delle risposte proprio dall’assessore – spiega Equitani – E invece abbiamo avuto un incontro sterile e inutile”.
Come? Perché? Ancora Equitani: “Refrigeri ci ha assicurato che entro il 31 dicembre sarà completata la realizzazione di tutti i dearsenificatori nei comuni. Ci auguriamo di cuore che ciò avvenga, ma da una ricognizione effettuata sul territorio, abbiamo fondati timori che i tempi difficilmente potranno essere rispettati. Potrebbero non essere pochi i sindaci costretti, a far data dal primo gennaio 2015, ad emettere le ordinanze di non potabilità delle acque destinate al consumo umano. Staremo a vedere. Di certo lo stesso Zingaretti non ha fatto mancare la sua illustrissima presenza in occasione dell’inaugurazione, la scorsa settimana, di un impianto nel capoluogo”.
C’è poi l’altra faccia (sempre brutta) della medaglia, quello del futuro del sistema idrico, attualmente a gestione pubblica (Talete) ma che visto gli interventi costosissimi di cui necessita potrebbe anche finire presto ad una società privata, con Acea in pole position. “Su questo aspetto – dice Equitani – Refrigeri ha impostato un discorso di carattere generale totalmente privo delle risposte che stavamo attendendo. Quale è l’impegno finanziario della Regione in favore dell’Ato? Quali investimenti si intendono realizzare? Come sarà gestito il servizio idrico nell’immediato futuro? Con la creazione di un Ato unico regionale come proposto dal presidente Zingaretti in un recente incontro a Viterbo, oppure dando forza alla Talete? Come saranno risolte le principali criticità del servizio idrico sul territorio con particolare riferimento alla drammatica situazione della depurazione del Lago di Bolsena e alla mancanza di impianti di depurazione in diverse decine di Comuni della Tuscia?”.
Tutte domande alle quali Refrigeri non ha risposto, come a quelle del presidente Meroi, che ha chiesto conferme alle promesse di un intervento finanziario ben definito da parte della Regione nei confronti dell’Ato viterbese: “L’assessore regionale ha risposto in maniera molto generica, confermando l’impegno assicurato ma senza entrare nei dettagli. Al territorio però non servivano rassicurazioni formali ma risposte sostanziali. Non è nemmeno lontanamente ipotizzabile che si possa continuare a far fronte alla debolezza strutturale di questo Ato gravando sulle tasche dei cittadini. Talete ha già deliberato un aumento in bolletta pari al 9% e la conferenza dei sindaci sarà presto chiamata a ratificare questa decisione. Come si può pensare che i sindaci possano votare un nuovo aumento della tariffa di fronte ad un quadro gestionale che continua a restare incerto e senza prospettive?”.
Insomma, un buco nell’acqua. E il futuro del sistema idrico viterbese, tra il disinteresse (o, a essere generosi, la sbadataggine) della Regione e la prossima rivoluzione dell’Ente provincia, resta pure un buco. Ma nero nero.