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Il Pd non molla: “Fuori i filippini”

Giacomo Barelli e Filippo Rossi

Giacomo Barelli e Filippo Rossi

Due ore di vertice e alla fine il responso, che poi è una conferma: in Comune non si può andare avanti con Viva Viterbo in maggioranza. Così è deciso – l’udienza è tolta – e assessori e consiglieri del Partito democratico possono anche tornare a casa sotto la pioggia, ciascuno col suo ombrello (notevole quello a fioriellini della vicesindaco Ciambella, scicchissimo quello di Delli Iaconi, griffato ovviamente Unindustria).

Adesso spetterà al capogruppo Serra e al segretario dell’unione comunale Calcagnini andare a trattare insieme agli altri pezzi di maggioranza con lo stesso sindaco, che pure ieri sera si è fatto vedere nella sede di via Polidori, ma perché ha partecipato alla riunione dei sindaci dem della provincia insieme al presidente di Talete Bonori e all’assessore regionale Refrigeri. Quando è uscito per andarsene, col suo trench molto inglese, ha avuto modo di scambiare comunque due parole (e parecchi gesti) con lo stesso Serra.

A parlare per tutti alla fine è lo stesso Calcagnini: “Dalla riunione è emersa la volontà unanime da parte del nostro gruppo di risolvere questa manifesta incompatibilità da parte di Viva Viterbo col resto della giunta – ha spiegato l’avvocato – Chiediamo al sindaco di trovare una soluzione, perché è lui il garante. Da parte nostra non siamo più disponibili a tollerare i distingui grossolani che Viva Viterbo avanza regolarmente sui punti chiave del programma di governo”, Insomma: basta con la vivacità fuori dagli schemi dei fedelissimi di Filippo Rossi.

Alla domanda su quale potrebbe essere la soluzione pratica, Calcagnini cita il pensiero espresso ieri dal sindaco proprio a Viterbopost: “Michelini ha detto che non è scontato che un gruppo di maggioranza sia rappresentato in giunta da un assessore. Questa potrebbe essere una chiave di volta per sistemare le cose, anche se poi è ovvio che prima bisognerà trattare”. Come a dire: noi siamo per mandare a casa Barelli, visto che lo stesso Rossi, da presidente del consiglio, è intoccabile (Gabbianelli docet). Più fantascientifica l’ipotesi di un’eventuale sostituzione del titolare dello Sviluppo economico con un’altra figura esterna, che tutto sommato non risolverebbe nulla se non da un punto di vista di nomi. Anche se c’è da tenere conto che Michelini, sempre su queste colonne, aveva sottolineato che nessuna maggioranza alternativa (cioè senza Viva Viterbo) può essere presa in considerazione: sarà dura trovare una via di mezzo accettata da tutti.

Questo per quanto riguarda il Pd. Oggi tocca ad Oltre le mura decidere la linea.

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