Quelli della Pisana stanno proprio avanti. Non c’è niente da fare, tocca di ammetterlo. Mentre il sindaco Leo penso-a-tutto-io Michelini è ancora alle prese coi problemi legati alla mondezza e alla sora Lella, dalla Regione arriva un segnale che va ben oltre l’emergenza. Della serie: i sacchi neri sistemateveli voi. Noi intanto proviamo a organizzarvi il futuro.
Ecco quindi l’annuncio delle “linee guida”. Che sono due, come le tavole della legge. E nel ruolo di Mosè c’è il capogruppo di Per il Lazio, Riccardo Valentini. Che come il profeta c’ha la barba. Ed esclama: “Si tratta di linee che non rimarranno sulla carta, come molto spesso accade, ma che da subito saranno applicate e finanziate”.
Ok. Scendiamo nel binomio. “La prima si sostanzierà con la firma di un protocollo d’intesa con la grande distribuzione organizzata, per la riduzione degli imballaggi e la lotta allo spreco degli scarti alimentari – prosegue – La seconda riguarderà la realizzazione di centri del riuso”.
Perfetto. Ma a Viterbo cosa cambia? Giacché ci stanno più buste in giro che dentro ai supermercati? “Su Viterbo – spiega – come poi in tutta la Regione, stiamo spingendo per la differenziata. Dobbiamo arrivare al 65%. Questa che offriamo ora però non è la soluzione al dramma, bensì il passo futuro da compiere. Riduciamo gli imballaggi e spingiamo per la creazione di un centro del riuso. Ce ne sta uno solo in tutta Italia, a Venezia. Funziona alla grande. Occorre quindi vedere la cosa anche in prospettiva occupazionale. Secondo la commissione Ambiente europea questo settore darà 800mila posti di lavoro”.
Allora forse è il caso di buttarci un occhio dentro queste linee. “Comprendono – chiude Valentini – sia misure generali che specifiche. Tra quelle generali sono previsti interventi e adeguamenti legislativi e si punta su formazione, informazione, educazione, promozione e ricerca. Le specifiche prevedono, tra l’altro, vendita di prodotti sfusi, la promozione di buone pratiche per la diminuzione della produzione dei rifiuti inerti, la diffusione di marchi ecologici nel settore turistico, un marchio regionale di sostenibilità ambientale, gestione ecosostenibile delle mense pubbliche, GPP acquisti verdi per la pubblica amministrazione, iniziative a sostegno del compostaggio, incentivi di punti vendita a Km 0 e molto altro”.
L’avvenire pare buono, insomma. Rimane solo da sistemare un presente disastroso.