Il veleno è nella coda: “Si metta nelle condizioni il sindaco, una volta raccolte le indicazioni dei gruppi, di verificare cosa ed eventualmente chi cambiare in Giunta. E che sia l’ultima verifica di un’esperienza che ad oggi non sta consegnando alla città una buona idea di sé e del governo della cosa pubblica”. Chi scrive queste parole pesantissime, perentorie e tutto sommato sincere? Un fondamentalista dell’opposizione? Un Cinque stelle barricadero? No. L’autrice delle accuse è una consigliera di maggioranza, del Pd, la giovane quanto decisa Melissa Mongiardo. Che attraverso una lettera aperta prendere posizione (e che posizione) sul delicato momento dell’amministrazione Michelini, tra scazzi, epurazioni imminenti (fuori l’assessore Barelli, di Viva Viterbo, per appagare i biechi desideri dello stesso Pd) e avvicendamenti telefonati (per Sel potrebbe uscire l’assessora Valeri ed entrare Paolo Moricoli).Un rimpastone, insomma, anche di deleghe, il secondo in un appena un anno e mezzo di governo.
E la Mongiardo, tutt’altro che timida come quando presiede con decisione la sua commissione, la mette giù dura: “Personalmente non sono per l’uscita di Viva Viterbo dalla maggioranza o meglio, per essere più chiara, non credo utile né serio procedere a cambi di maggioranza in corso d’opera – scrive la consigliera – In tema di maggioranze variabili o addirittura possibili mutazioni, ho sollevato come non abbia gradito l’atteggiamento che abbiamo accettato il gruppo del Nuovo Centro Destra che fa riferimento al consigliere Taborri. In modo troppo superficiale e senza batter ciglio, sbagliando, abbiamo dato per scontato che quel passaggio non dovesse aprire una valutazione tra di noi. Tutto ciò perché, aldilà della mia opinione di donna di sinistra, è secondo me un punto politico dirimente la formazione di un gruppo di centrodestra all’interno di una maggioranza eletta nell’alveo delle forze di centrosinistra”.
Per Mongiardo, insomma, il problema è che manca un metodo condiviso, che possa essere applicato per tutte le occasioni: “Serve una disciplina di maggioranza valida per tutti”. Che eviti scivoloni o figuracce, dagli emendamenti “a trappola”(quello di Barelli a Ricci, due settimane fa) alla mancanza del numero legale (evento che si verifica troppo spesso).
In questa mancanza di certezze, l’uscita di Viva Viterbo rischia di provocare un effetto a valanga: “Sono convinta che, aldilà di quanti addossano quasi esclusivamente a Viva Viterbo la responsabilità della nostra crisi – ragiona Mongiardo – la maggioranza non goda della salute necessaria per potersi permettere l’uscita di un pezzo della maggioranza stessa con cui ha iniziato questo percorso. Con quale volto e con quale posizione ci presenteremo domani alla città?”
E giù ad elencare una serie di problemi che, per Melissa, destano più preoccupazione: dagli strali di Oltre le mura nei confronti del sindaco (un cortocircuito bizzarro, visto che la lista è quella di Michelini), alla presenza di alcuni consiglieri di maggioranza ad una manifestazione civica contro il Comune per i rifiuti, fino alla storia dell’8 per mille all’edilizia scolastica. Per tutto ciò, e per altro ancora, per Mongiardo “c’è la necessità di una verifica. Una verifica programmatica reale e di concentrarci sul trovare una sintesi, altrettanto reale, su come questa esperienza debba andare avanti. Si mettano da parte per alcuni giorni le polemiche, ci si concentri sulle questioni serie da affrontare”.
Questa l’analisi della Mongiardo, che la maggioranza la vive dall’interno. Un’analisi nettamente più lucida e sincera di tante versioni sconclusionate ascoltate in questi giorni di trattative, anche da politici di lungo corso. E oggi c’è consiglio comunale: si ballerà ancora?